ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Cervia 2 di Cervia (RA) - 2E - 1D

«D&D, le esperienze di vita in un videogioco»

Stefano Mazzotta, creatore dell’acclamato ‘Dentures And Demons’, racconta il proprio rapporto con la scuola e il lavoro

Stefano Mazzotta, creatore del videogioco ‘Dentures And Demons’, che scuola ha frequentato per diventare programmatore? L’ha scelta perché già sapeva che avrebbe fatto questo lavoro? Le piaceva andare a scuola e ha avuto dei buoni insegnanti? «Ciao gente! È un piacere rispondere alle vostre domande e spero che questa chiacchierata possa ispirarvi, o che almeno vi faccia perdere un’ora di lezione! Ecco, questa sarebbe una battuta, ma descrive un po’ il mio rapporto con la scuola. Non ho studiato, e non ho frequentato scuole di programmazione o di game design. In effetti potrei dire di non aver mai studiato e basta. Diciamo che fin da bambino non sono mai stato il primo della classe, e nemmeno uno dei primi dieci. Potrei giustificarmi dando la colpa a fattori esterni, ma la realtà dei fatti è che probabilmente avrei fatto schifo a prescindere. Non fraintendetemi, non voglio sminuire il ruolo della scuola e quanto questa sia importante. Credo sinceramente che lo studio possa aprire la mente e migliorare la vita delle persone, però sarei un ipocrita se non ammettessi che io ero un alunno su cui nessuno avrebbe scommesso».

In ‘Dentures and Demons’ (D&D) secondo noi ha inserito anche esperienze che ha vissuto veramente: ci abbiamo visto giusto? Nei propri romanzi gli autori inseriscono sempre esperienze o pensieri personali...

«Mi avete beccato! Cerco sempre di inserire qualche riflessione morale che mi appartiene all’interno dei giochi. Mi piace nascondere un po’ di profondità dietro a tutti quegli strati di umorismo e leggerezza. Per quanto riguarda le esperienze vissute, devo dire che l’intera trama di D&D si basa su un pomeriggio di tanti anni fa. La cronaca nera narrava di omicidi, di fanatici dell’esoterismo e di cose terribili successe nella periferia della mia città. Un clima che avrebbe tenuto chiunque lontano dai guai, ma noi ragazzini eravamo così incoscienti da gironzolare per boschi e ville abbandonate, a caccia di avventure.

Per fortuna l’unica avventura che abbiamo rimediato è stata prendere delle sberle dai nostri genitori una volta tornati a casa».

A volte chi è considerato un nerd viene preso in giro dai compagni di scuola, perché questi non capiscono quello che fai. Lei è mai stato bullizzato? Oppure ha vissuto un’adolescenza tranquilla? «Diversamente da D&D, la realtà ci insegna che i cattivi non hanno età, e spesso hanno dei bei capelli. Mettetevi l’anima in pace, perché il bullismo non si esaurisce a scuola, ma vi accompagnerà sul posto di lavoro, nel tempo libero e probabilmente pure all’ospizio. Sono stato particolarmente sfigato con i bulli, sia a causa dei miei interessi che a causa del mio aspetto, ma diciamoci la verità, i bulli si accontentano di qualsiasi pretesto per prenderti di mira. Qualsiasi cosa può essere strumentalizzata per farti sentire “diverso”, come se la diversità dovesse essere motivo di vergogna. Il mio consiglio è di non dare troppo peso a chi è palesemente frustrato. Può sembrare semplicistico, ma ognuno di noi ha il potere di scegliere quanto qualcosa sia rilevante o trascurabile nella nostra vita. Non è facile, ma possiamo sempre concentrare le nostre energie su ciò che ci rende felici. La persona più felice non è quella a cui va tutto bene, ma quella che sa trovare qualcosa di buono anche quando tutto va male. Personalmente, la cosa che mi ha aiutato maggiormente è stata scoprire l’autoironia: essere il primo a ridere dei miei “difetti”, mi ha portato velocemente ad essere più divertente di chiunque altro al riguardo».

Classi 1^D e 2^E Scuola media ‘Cervia 2’Prof. Gian Maria Forni

 

 

Gli insegnanti, di ogni ordine e grado, si lamentano che noi studenti leggiamo troppo poco. Effettivamente le ricerche più recenti affermano che in Italia si legge sempre meno … ma non solo tra noi ragazzi! Anche gli adulti, infatti, non ci stanno dando un bell’esempio.

Ma come fare a leggere di più se troviamo poco interessanti i testi che ci vengono proposti? Secondo noi non è solo colpa nostra, ma anche del modo in cui ci spingono a leggere. Molti libri sono troppo noiosi o non vicini ai nostri interessi. Inoltre i social e Internet in generale ci stanno abituando a leggere testi sempre più brevi e concisi. Recentemente, però, abbiamo scoperto un genere di videogiochi che era particolarmente apprezzato negli anni ‘80 e ‘90, cioè quello delle Avventure Grafiche. Si tratta di romanzi multimediali, in cui è presente una gran quantità di testo, sia sotto forma di dialoghi sia di descrizioni. Una delle più famose avventure grafiche mai create, Monkey Island 2, infatti integra più testo del romanzo ‘Le avventure di Tom Sawyer’ di Mark Twain! Le avventure grafiche sono dei veri e propri libri interattivi, caratterizzate non solo da una gran quantità di testo da leggere, ma anche da numerosi enigmi da risolvere. Giocandole, quindi, non siamo chiamati solo a leggere del testo, ma anche ad usare la nostra materia grigia! Cadute nel dimenticatoio per una ventina di anni, oggi stanno conoscendo una seconda giovinezza, grazie ai programmatori Indie (cioè persone che programmano giochi da soli o con un amico) o al remake di alcuni classici. Il nostro prof di Italiano, visto che non leggiamo quanto lui vorrebbe, ci ha fatto conoscere questo genere di videogiochi, facendoci giocare ad esempio alle creazioni di Stefano Mazzotta (Dentures And Demons).

Sì, non si tratta di giochi adrenalinici come Call of Duty o Fortnite, ma li stiamo apprezzando e nei momenti liberi, quando non abbiamo a disposizione la Play o l’XBox, sono un ottimo modo per passare il tempo.

Classi 1^D e 2^E Scuola media ‘Cervia 2’ Prof. Gian Maria Forni

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