ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Coldigioco di Apiro (MC) - 1A - 2A - 2B - 3B

«È possibile conciliare studio e sport»

La pallavolista Maria Irene Ricci: «Occorre sapersi organizzare, i sacrifici fatti sono poi stati ripagati da grandi soddisfazioni»

Abbiamo intervistato Maria Irene Ricci, pallavolista abruzzese di serie A che ha giocato nella Cbf Balducci Macerata.

Maria Irene, a che età ha iniziato a giocare a pallavolo? «A 13 anni. Prima avevo praticato altri sport come atletica, danza e nuoto».

Pensava di diventare una pallavolista di professione? «No, da piccola sognavo di fare la biologa marina perché amavo e amo ancora i delfini».

Ha dovuto scegliere tra la scuola e la pallavolo? «Non ho mai dovuto scegliere tra le due cose, anche se con gli allenamenti dovevo organizzare bene lo studio. È stato faticoso ma possibile. I genitori mi hanno spronato a portare avanti entrambe le cose e anche gli insegnanti erano consapevoli dell’impegno che mettevo per riuscire bene in entrambe le attività».

La sua famiglia è stata felice della scelta professionale? «Sì, mi ha sempre supportata nelle scelte, anche perché i miei genitori hanno praticato sport a livello agonistico e mio fratello maggiore gioca a basket, pure in nazionale. Sono stati i miei genitori, su suggerimento dell’insegnante di educazione fisica delle Medie, ad avviarmi alla pallavolo».

Ha avuto o ha idoli ai quali si ispira? «No, cerco di carpire i lati positivi di tutti gli sportivi. Mi ispiro però particolarmente ai fratelli.

Uno è il mio esempio dal punto di vista intellettuale, visto che è ed è sempre stato bravo nello studio, l’altro è il mio modello di sportivo».

Quando ha vinto il campionato che cosa ha provato? «Una gioia immensa che mi ha ripagata dei sacrifici fatti fino a quel momento, come vivere a 600 km da casa e dagli affetti più cari, non fare tardi la sera, non poter mangiare sempre ciò che vuoi. Senza sacrifici però non sarei arrivata dove sono».

Come ci si sente a rapportarsi con compagne di nazionalità diverse? Con quale lingua comunicate? «Inizialmente è stato difficile comunicare, ma quando ho iniziato a parlare inglese è diventato più facile. Ho capito l’importanza che la lingua riveste non solo come strumento per capirsi, ma come mezzo per scoprire le diversità, per entrare a contatto con culture diverse».

Quante volte si allena a settimana e come trascorre il tempo libero? «Mi alleno due volte al giorno tutti i giorni ad esclusione del lunedì. Quando non mi alleno, uso il tempo a disposizione per studiare, sono iscritta a un corso universitario di Osteopatia, per andare a trovare i familiari e il mio ragazzo, per uscire con le compagne di squadra e riposarmi».

Segue un regime alimentare particolare? «Prima seguivo una dieta ferrea, adesso, dopo anni di esperienza so autogestire la mia alimentazione. Devo seguire un regime bilanciato e ci sono anche delle rinunce da fare. Dopo la partita però posso concedermi qualche sfizio, un dolcetto, la pizza ad esempio».

Silvia Scortichini, Morgana Canari, Sofia Scuppa, Leonardo Boschi, Nicola Panichelli 2ªB

Gaia Rossini, Chiara Franconi, Matteo Kevin Luca 2ª A

 

L’8 e il 9 giugno gli alunni dell’Istituto «Coldigioco» metteranno in scena al teatro «Mestica» di Apiro lo spettacolo «Montalvello». Sarà l’atto conclusivo dell’interessante «Progetto teatro» portato avanti durante l’anno scolastico assieme all’esperta Fiorenza Montanari. La rappresentazione, che vede protagoniste tutte le classi della Scuola secondaria di primo grado, è incentrata sull’eccidio di Montalvello. In questa frazione del territorio apirano si consumò un tragico evento durante la Seconda guerra mondiale: i soldati dell’esercito tedesco presero una dozzina di abitanti del luogo per una rappresaglia; alcuni riuscirono a fuggire, ma 6 di loro vennero fucilati, erano tutti uomini. Era il 29 giugno1944 e oggi, a distanza di tanti anni, rimane una ferita aperta per la quale la popolazione di Apiro soffre ancora molto. Anche noi siamo rimasti colpiti da quanto raccontato da Gino Romagnoli, uno dei pochi sopravvissuti a quella strage. L’uomo è deceduto poche settimane fa, però Fiorenza Montanari era riuscita a intervistarlo alcuni mesi prima e ci ha fatto vedere a scuola il video di quell’intervista. Le sue parole ci hanno fatto capire quanto sia inutile e crudele la guerra. E lo spettacolo teatrale renderà omaggio a quelle vittime innocenti del conflitto.

Classe 1ª^ A

 

Abbiamo proposto un’attività agli alunni della Scuola secondaria di I grado e a quelli dell’ultimo anno della Primaria. Si tratta di un sondaggio sull’ambiente scolastico e su itutto ciò che ruota attorno ad esso. Lo scopo era di conoscere le preferenze degli intervistati e di scoprire le emozioni a venire a scuola ogni giorno. Dieci le domande sottoposte ai nostri «compagni di viaggio» e, sulla base delle risposte, abbiamo costruito una serie di istogrammi. In questo articolo proponiamo quelli relativi allo stato d’animo con cui gli alunni frequentano la scuola «Coldigioco» di Apiro. Iniziamo dalla Primaria. Su un campione di 23 alunni i sentimenti prevalenti sono positivi, la maggior parte dice di vivere tale esperienza con «tranquillità e serenità» (4) e con «felicità e curiosità» (11); il resto (8) ha «ansia e preoccupazione». Per quanto riguarda la Secondaria di I grado, su un campione di 37 alunni, i risultati mostrano che i sentimenti prevalenti sono ancora più positivi. Difatti, 23 risposte indicano uno stato d’animo di «felicità e curiosità» e altre 5 esprimono «tranquillità e serenità», mentre 9 denotano «ansia e preoccupazione».

Classe 3ª B 

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