ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Padre Tacchi Venturi di San Severino (MC) - Classi Terze

Una pietra d’inciampo in ricordo di Bivash

Posata davanti alla sua casa di San Severino, dove venne arrestato nel 1943. Fu poi portato in un campo di concentramento dove morì

In occasione della Giornata della Memoria, lo scorso 26 gennaio, le classi terze dell’Istituto comprensivo Tacchi Venturi di San Severino e i rappresentanti del Consiglio comunale dei ragazzi, accompagnati dalle insegnanti Alessandra Aronne e Valeria Colafrancesco, hanno assistito alla cerimonia per la deposizione di una pietra d’inciampo in ricordo di David Bivash, ebreo arrestato nella città settempedana e deceduto nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

La cerimonia, organizzata dal Comune di San Severino assieme con l’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi), sezione settempedana, si è aperta, alle 10.30 al Teatro Italia, con i saluti istituzionali del sindaco Rosa Piermattei; a seguire con gli interventi di Sandro Temin, vicepresidente della comunità ebraica di Napoli, «Le comunità ebraiche del Sud Italia», di Marco Labbate dell’Università di Urbino e rappresentante dell’Istituto Storia Marche, «Pietre d’inciampo. Il significato di un monumento diffuso» e infine di Simona Gregori, autrice del libro «Ricordi di David Bivash» in cui la studiosa settempedana ha ricostruito la vita di Bivash grazie alle ricerche svolte nell’Archivio Storico di Macerata.

Alle 12, il corteo commemorativo ha raggiunto l’abitazione di Bivash, situata in via Pontevecchio 4 a Borgo Fontenuova, omaggiandolo con una pietra d’inciampo, piccolo monumento diffuso in ottone, nato su iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demning per ricordare e commemorare le vittime della Shoah; come ha sottolineato il sindaco dei ragazzi Marta Di Gaetano è proprio «attraverso l’educazione e il ricordo che possiamo lottare per un mondo in cui rispetto, tolleranza e accettazione siano i principi guida della nostra società».

 

Davanti ad alcune abitazioni sono state deposte delle pietre d’inciampo in ricordo di quelle persone deportate nei campi di concentramento nazisti.

Adesso anche San Severino si aggiunge all’elenco delle tante città italiane che hanno voluto lasciare una testimonianza. Su queste pietre vi si può leggere il nome del deportato, il suo anno di nascita, la data di quanto è stato arrestato e dove è morto.

 

Il commerciante David Bivash è nato a Salonicco, in Grecia, il primo agosto 1890, successivamente, per sfuggire alle persecuzioni, si è trasferito a Napoli, dove si è sposato nel 1926 con Ida Saltiel. A causa del rastrellamento della sua famiglia, nel 1943, è arrivato a San Severino dove è stato arrestato il 30 novembre dello stesso anno. È rimasto per due mesi nel carcere mandamentale cittadino, trascorrendovi un inverno rigidissimo, poi è stato spostato a Pollenza, precisamente a Villa Lauri, e infine al campo di concentramento e di transito di Fòssoli, in provincia di Modena. Ed è stato proprio a Fòssoli che David Bivash ha scritto la sua ultima cartolina alla famiglia. Il 5 aprile 1944, a bordo del convoglio numero 9, venne trasferito assieme ad altri ebrei ad Auschwitz; dal 10 aprile 1944 non si sono avute più sue notizie.

Invece la moglie e i suoi due figli sono riusciti a salvarsi grazie a un parroco di Stigliano che li ha ospitati nella canonica e poi li ha affidati a una famiglia. In quel periodo erano rifugiati a San Severino altre famiglie ebree fuggite dalla persecuzione.

Alla posa in opera della pietra d’inciampo erano presenti anche gli studenti dell’istituto comprensivo Tacchi Venturi e quelli delle scuole superiori della città.

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