ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Comandini di Roncofreddo (FC) - 3E

La vita ricomincia in Comunità a San Maurizio

Gli alunni della III E di Roncofreddo incontrano ospiti e operatori che spiegano come poter risollevarsi dopo aver trasgredito le regole

Certamente esistono comportamenti che, oltre ad infrangere norme e leggi condivise, possono spezzare quella dimensione di legalità che non rappresenta soltanto un elenco di comportamenti corretti, ma prima di tutto è il primo presidio a tutela della vita. Esistono fragilità ed errori che giustamente tali norme sanzionano e puniscono, come ad esempio i comportamenti devianti che nascono dalla dipendenza e dall’abuso di sostanze stupefacenti.

Una volta, però, che la norma legale è stata applicata, occorre chiedersi che cos’è che riaggancia tanti ragazzi alla vita, ragazzi e ragazze con qualche anno in più di noi, che potrebbero tranquillamente essere i nostri fratelli o le nostre sorelle più grandi.

Occorre stare davanti alla domanda su che cosa c’è dopo l’applicazione della norma, qual è la dimensione che si apre dopo che la legalità ha espresso tutto quello che poteva mettere in campo in termini di restrizione, così come è necessario affrontare la questione su che cosa c’è stato prima dell’incontro, duro e spietato, con l’esperienza della droga e della dipendenza che ha portato al rischio di un naufragio definitivo, prima di approdare in comunità e di lì riprendere il viaggio della vita.

Sono state queste le domande dalle quali siamo partiti nel nostro incontro con gli ospiti e gli operatori della Comunità di San Maurizio che opera nel territorio della nostra vallata e rappresenta un punto di ripartenza per tanti giovani. L’incontro rientra nel Progetto Legalità, promosso dall’I.C. di Sogliano al Rubicone, in collaborazione con il dottor Alessandro Scarpellini, comandante della Polizia Municipale dell’Unione Rubicone Mare.

Le prime cose che ci hanno colpito durante l’incontro con i ragazzi ospitati nella comunità sono state la loro serenità, la loro ricchezza umana, la loro immediatezza nel ricordare come è cominciata la loro esperienza con la dipendenza: in parola, la loro vicinanza, quella vicinanza che spesso gli adulti o gli esperti non riescono a trasmetterci.

Il primo contatto con sostanze stupefacenti, secondo il racconto di alcuni ospiti della Comunità di San Maurizio, è iniziato per trasgressione, sfida alle regole, con l’arroganza di dirsi «figurati se divento dipendente…», «sicuramente non mi arrestano…», «certamente smetto quando voglio…».

Si può iniziare per solitudine, hanno raccontato gli ospiti della Comunità, magari al momento del cambio nell’ordine di scuola, quando dalle medie si arriva alle superiori, passando da una piccola realtà di paese, dove gli amici sono ancora tali e sanno dirti quando sbagli, alla grande città, dove, invece perdi i tuoi punti di riferimento, e senti il bisogno di essere accettato da un nuovo gruppo.

Alunni della classe III E I.C. Sogliano al Rubicone Plesso ’Comandini’ di Roncofreddo.

 

Quando cominciano le dipendenze? Allora si inizia con la sigaretta, per poi passare al consumo di cannabis e infine alla cocaina: dal «smetto quando voglio» si passa alla dipendenza.

Quasi senza accorgersene, si passa da quel desiderio di compagnia, ad una solitudine nuova, dove il tuo «giro di amicizie» si limita al cerchio degli spacciatori e di quelli che si ritrovano insieme solo «per farsi». Alla fine, però, il conto arriva e come ha ricordato A. uno dei ragazzi ospiti a San Maurizio, il conto si presenta e ci possono essere tre alternative: la galera, la morte oppure la comunità. Ed è questo il punto nodale, dove la fragilità umana si riaggancia alla vita: il ritmo della giornata è scandito dalle ore di lavoro e di studio, due dimensioni di cui è importante riappropriarsi dopo che l’esperienza della dipendenza aveva contributo ad annullare. Oltre allo studio e al lavoro, fondamentale è l’esperienza dello sport. È qui che la norma lascia spazio alla presenza degli operatori, agli uomini e alle donne che, all’interno della comunità, aiutano a guardare nuovamente alla vita. È qui, che riannodando i pezzi sparsi di tante esperienze, riflettendo sul dolore sofferto e provocato, vivendo di relazioni umane autentiche, si tornano a porre le basi per ricostruire la propria esistenza.

Alunni della classe III E I.C. Sogliano al Rubicone Plesso ’Comandini’ di Roncofreddo.

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