ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Primaria Matteotti di Ferrara (FE) - 5C

I Celti tra i banchi. La storia prende vita

Gli alunni delle classi quinte della primaria Matteotti incontrano l’associazione ’Clan Luksarnon’. Tra re, regine, archi e telai

Un tuffo nel passato. Un’insolita lezione di storia. Gli alunni delle classi quinte della primaria Matteotti di Ferrara hanno incontrato l’associazione di rievocazione storica Clan Luksarnon di Ferrara. 

(Prima puntata). Giovedì 15 febbraio h 14:30, uno strano suono rimbomba nei corridoi della scuola Matteotti e attira l’attenzione degli alunni delle classi quinte. Un suono che sembra provenire dall’atelier digitale: un ampio spazio multifunzione con finestroni oscurabili, banchi colorati, una grande lavagna interattiva e, a volte, un vero e proprio varco spazio temporale. I ragazzi, come nella fiaba del pifferaio magico, seguono il richiamo.

«Cosa sarà mai?» E’ un corno da caccia, suonato da strani personaggi vestiti con tuniche e pelli, muniti di armi e gioielli.

«Chi siete?. Da dove arrivate? Perché siete vestiti così?» chiedono i ragazzi. Così è iniziata la lezione sulla civiltà dei Celti: un incontro con il rix (Re) Ulfdan, la rigana (Regina) Elrun, il fabbro Sverker, e il guerriero-cacciatore Vedr, del “Clan Luksarnon” della tribù dei Galli Boi. Il rix, vestito con tunica corta, pantaloni a righe, mantello di pelle di lupo, elmo di ferro e spada alla cintura, spiega ai ragazzi che quello dei Celti è un antico popolo, proveniente dall’Asia Minore, che nell’età del ferro si era diffuso in tutta Europa senza però creare un impero. Dal V-IV secolo a.C. gruppi di Celti, chiamati Galli dai Romani, hanno abitato anche la Pianura Padana. Nel II secolo a.C. un centro gallico esisteva nei pressi della frazione di Codrea, Trigaboli di Polibio, dove il Po si divideva in tre rami. Ancora oggi i nomi di alcune località del nostro territorio testimoniano la presenza di questo popolo: Gallo, Galliera, Gallumara, Tresigallo, Massafiscaglia (Massa Finis Galliae). La rigana, con lunga tunica ricamata, gioielli, capelli raccolti e cintura, spiega che i clan potevano avere dai 100 ai 2000 componenti ed erano governati da un re scelto fra gli uomini più valorosi. Anche le donne potevano diventare re e sacerdotesse. «Allora vuol dire che le donne erano importanti?».

I Celti avevano un grande rispetto per le loro donne, che potevano combattere, prendere decisioni, rivestire ruoli di comando e scegliersi il marito. Di solito non partecipavano alle battaglie, non perché fossero considerate deboli, ma perché necessarie per tenere al sicuro i propri figli, che rappresentavano il futuro e la prosecuzione dei valori della Teuta (Popolo). I ragazzi ascoltano e prendono appunti, ma la loro attenzione va alle armi, mai viste così da vicino: lo spadone del re, lungo con lama dritta ed elsa decorata, il coltellaccio multiuso del fabbro, largo e sagomato, il falcetto corto e ricurvo della regina, il lungo arco del cacciatore e le frecce con punte di ferro per trapassare le maglie della cotta dei nemici. La spada pesa ben 900 grammi e l’arco, di legno di tasso, elastico e resistente, è alto 1,90 metri. E la cosa incredibile è che le lame sono state fatte tutte a mano dal fabbro e dal re Ulfdan, che mostrano alcuni attrezzi di lavoro, tra cui l’acciarino che produce una pioggia di scintille. (segue… )

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