ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Conero di Ancona (AN) - 3C

Sistema scolastico e investimenti

L’Italia spende meno degli altri paesi Ue nell’istruzione e di conseguenza ottiene risultati peggiori

Scuola, dal greco «scholé», significava in principio tempo libero. Nel corso degli anni, però, il significato della parola stessa è andato a disgregarsi, diventando per alunni e ragazzi l’esatto contrario. Si stima infatti che quasi il 14,5% degli studenti italiani tra i 18 e i 24 anni abbia la sola licenza di scuola media, e perché tutto questo? I motivi sono tanti, ma sono queste le principali falle del sistema scolastico italiano: programmi di studio obsoleti, dotazioni tecnologiche inadeguate, edilizia scolastica inadeguata e scarsa motivazione dei docenti. Sono i numeri della «Relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione 2018 Italia» elaborato dalla commissione europea che ce lo confermano. Infatti l’Italia spende meno degli altri paesi UE nell’istruzione e di conseguenza ottiene risultati peggiori. Il basso investimento di fondi da parte dello Stato determina la scadente qualità delle strutture scolastiche italiane, spesso pericolanti e non conformi alle norme di legge, soprattutto nelle regioni del sud come Sicilia, Sardegna e Calabria. Un problema sicuramente non trascurabile è quello riguardante i docenti. Sono infatti classificati in base al punteggio in graduatoria, ai titoli di studio, alle competenze in riferimento all’incarico, ma, soprattutto, vengono a lavorare con la cattedra vacante. Infatti il candidato fornisce al sistema un elenco di città o scuole dove è disponibile a prestare servizio. A Torino, centinaia di insegnanti paragonano questo algoritmo a quello di «Tinder», la famosa applicazione per incontri amorosi. Infatti il sistema scolastico italiano non considera una notevole quantità di variabili, oltre a quelle già elencate, le quali possono essere cruciali durante il periodo di insegnamento del docente. Tutto questo si somma alla mancata motivazione, che caratterizza gli insegnanti italiani, i quali spesso svolgono questo mestiere per ripiego. Come già sottolineato, altro fattore demotivante sono i programmi di studio. Definiti «arretrati», rendono l’apprendimento dello studente schematico e basato più sulla memoria che sulla comprensione. Ciò rende, gli alunni meno fantasiosi e meno capaci di elaborare i pensieri, al contrario del reale servizio che dovrebbe offrire l’insegnamento scolastico. Paradossalmente alcuni esperti reputano più competente uno studente che è riuscito a copiare con successo di uno che ha passato la verifica studiando; ovviamente non è un’affermazione certa ma è sufficiente per la comprensione del problema. Le conseguenze di tutto questo sono evidenti, studenti logorati da stress, ansia e depressione e tutto questo a quale prezzo?

Giovanni Baiocchi, Giorgio Natalini III C

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