ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Calamandrei di Sogliano al Rubicone (FC) - 2A

Adolescenza, quanti drammi e ’no’ ai genitori

«Si vuole piacere ai coetanei e si inizia a comportarsi come gli altri e parlare come loro per essere accolti nel gruppo. Ma è sbagliato»

Alcune settimane fa la nostra professoressa di Italiano, parlando di ’adolescenza’, ci ha invitato a scrivere, anche in anonimato, come ’stiamo’ veramente con noi stessi e con gli altri e che cosa proviamo, se ci è capitato di essere stati esclusi da un invito, da un gioco, da una confidenza, se ci è mai capitato di sentirci un pesce fuor d’acqua e perché è così importante appartenere a un gruppo, anche se, spesso, è necessario rinunciare a qualcosa di sè. Così, abbiamo deciso di fermare sulla carta le nostre esperienze e i nostri sentimenti. Youssef ha scritto: «A volte, nella vita, ci si può comportare in modo innaturale, per esempio, in un gruppo classe o con amici; si comincia a pensare non a come trovarsi bene tra la gente, ma al modo per piacere alla gente. Questo danneggia la persona, perché, anche se da fuori sembra felice e contenta, dentro non lo è, perché non esprime veramente se stessa davanti agli altri. Si può cambiare per piacere agli amici, a una persona di cui sei innamorato, per i genitori. Può sembrare che agli altri possa piacere il tuo modo di comportarti, ma, probabilmente, è solo per non offenderti. Vestirsi come gli altri, possedere le stesse cose per essere accolto nel gruppo è sbagliato o, perché non si può diventare delle fotocopie gli uni degli altri, perché se no il gruppo sarebbe troppo ripetitivo. Il bello di un insieme di amici è la loro differenza, essere uniti nelle differenze: è ciò che rende il gruppo meraviglioso. Il periodo in cui una persona può essere in preda a questo cambio di personalità è l’adolescenza, perché in questa fase della vita si costruisce la personalità di ciascuno di noi ed è un lasso di tempo in cui si è più fragili e più in preda ai cambiamenti comportamentali (e quanti no ai genitori!); si comincia a pensare non più a se stessi e a sentirsi bene, ma si pensa a come reagirebbero gli altri a quel tipo di atteggiamento, che tu hai tenuto. A parer mio, avere la propria personalità, il proprio modo di vestirsi e di comportarsi è ciò che ci rende unici ed è questo il bello di essere se stessi. Alla fine, ognuno di noi ha il suo modo di fare, di vestirsi, i propri gusti, la propria personalità e non bisogna perderli, perché sono la cosa più preziosa che abbiamo.» Melissa ha scritto: «Caro diario, oggi ti voglio raccontare un po’ di come mi sento nel mio gruppo, ma anche un po’ di questa generazione. Come già sai, faccio parte di un gruppetto di amici: io e Bianca, che siamo le uniche ragazze, Giulio, Davide, Gianluca e Stefano. Con loro mi sento contenta e posso essere me stessa, ma non del tutto. Ti starai chiedendo: in che senso ‘non del tutto’? Da quando faccio parte di questo gruppo sono cambiata molto, perché volevo essere all’altezza degli altri, non solo dei miei amici, ma di tutti. Ho provato a cambiare modificando il mio carattere e stile, e ci sono riuscita. So che ora sto bene con me, però avrei preferito cambiare senza farlo per paura di essere giudicata o criticata, ma, forse, in fondo, è meglio così, perché con la mia insicurezza non sarei mai riuscita a trovare la vera me. Dovrei anche ritenermi fortunata, perché molte persone, diversamente dalla sottoscritta, non hanno la possibilità di comprare parecchie cose. Purtroppo anche i miei amici giudicano gli altri, e vorrei farglielo notare, ma non cambierebbero». «Vorrei essere nata prima – dice Melissa – So però che il mondo non è mai stato un posto perfetto; c’è sempre qualcuno, ovunque vai, pronto a giudicarti per qualsiasi cosa: per il tuo stile, per una maglietta o un paio di scarpe ‘false’, per i tuoi capelli, per il modo in cui ti trucchi, ti comporti o per qualsiasi altra cosa che non è alla moda. Non posso cambiare il mondo, ma vorrei. Anche tra i miei amici, a volte, ci sono degli ‘insulti’, ma si giustificano sempre con ‘stavo scherzando’, eppure tu ci rimani male, anche se stava scherzando. Odio questo mondo e questa generazione, delle volte.» Jibril Ait El Cadi, Dea Antonelli, Melissa Bertozzi, Youssef Fkir, Francesco Nonni della classe II A della ’Piero Calamandrei’ di Sogliano al Rubicone

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso