ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Conero di Ancona (AN) - 3C

«La danza, emozionarsi con il cuore»

E’ una delle forme d’arte che consente di esprimerci meglio. Il ballo è lo specchio di una società che cambia

La danza è innegabilmente una forma d’arte che consente all’essere umano di esprimersi attraverso le emozioni e i movimenti.

Se vogliamo andare più a fondo, possiamo affermare che, nonostante sia sempre stata classificata come «arte», ora come ora, si trova nel bel mezzo di due grandi insiemi: «arte» e «sport». Difatti, solo oggi si scopre che debba per forza di cose rientrare nella categoria sportiva in quanto non si può negare che il modo in cui il danzatore deve allenare il proprio corpo, è simile a molte altre forme di sport come il tennis, la pallavolo, e perfino il calcio. Ma il risultato finale sarà totalmente differente. La danza è una delle arti più antiche del genere umano perché ha come mezzo di espressione il corpo. Dalla preistoria ai nostri giorni, il ballo è stato anche lo specchio di una società che cambiava; in effetti è una disciplina molto vasta: classica, contemporanea, moderna, orientale e occidentale.

Ognuna con caratteristiche che la rendono unica. È proprio nelle corti italiane che si insegnarono i primi passi di danza; tuttavia, il suo vero palcoscenico è la Francia che ospita veri e propri balletti. La danza si caratterizza dagli altri sport non tanto per la preparazione atletica, ma per la ricerca di accostare un buon movimento all’espressività. Quanta differenza c’è tra una ballerina che «esegue» e una ballerina che «balla»? Abissale.

Per questo, quando danziamo dobbiamo immedesimarci nei passi e cercare di tirare fuori le emozioni che sono rinchiuse dentro di noi, per provare a coinvolgere il più possibile la persona che ci guarda, senza aver paura di essere giudicati. La danza ci permette, una volta entrati in confidenza, anche di lasciarci andare a prescindere dal fatto che si debbano eseguire dei determinati passi.

Ci aiuta a non pensare ai problemi quotidiani, a far uscire il buio per aprire le porte alla grinta, ma soprattutto ci consente di capire che se ci impegniamo riusciamo a realizzare i nostri sogni. I ballerini però, passano innumerevoli ore di fronte agli specchi, perciò, i loro corpi sono attentamente esaminati da se stessi e dagli altri. Negli ultimi anni, il desiderio di voler raggiungere la perfezione del loro corpo ha aumentato i disturbi del comportamento alimentare che hanno provocato gravi conseguenze alla loro salute. La danza ci insegna che di fronte a qualsiasi difficoltà l’unica soluzione è mollare tutto, buttarsi e improvvisare lasciandosi però trasportare dal nostro cuore.

Emma Nisi, III C

 

Lo sport è sfida, sacrificio e impegno: sa raccontare storie di passione e talento che, non senza dedizione e rinunce, riescono a coronare il più grande dei sogni: un titolo, giocare in una squadra importante, un trofeo, un record. Come non pensare a Lionel Messi, a Muhammad Alì, a Ronaldo, a Keylor Navas.

O al fresco vincitore dell’Australian Open Slam Jannik Sinner, che a soli tredici anni ha lasciato le montagne della sua Sesto, in Val Pusteria, e la propria famiglia, per trasferirsi a Bordighera, in Liguria, e costruire il suo sogno e il suo futuro. Sono racconti che emozionano e, solo ascoltandoli, spingono a sognare.

Si può provare tutto questo anche con una storia meno conosciuta, forse meno forte dal punto di vista mediatico, ma che può rappresentare certamente un motivo di ispirazione.

E’ la storia di Mateo Scheffer Bracco. Questo ragazzo argentino, classe 2003, arriva in Italia con un solo obiettivo: diventare un calciatore professionista nel nostro Paese. In particolare, arriva nelle Marche, firma con l’Osimana, che milita nel campionato di «Eccellenza»; si tratta di un giocatore quasi sconosciuto, ma in sei mesi riesce a salire di categoria e firma con la Vigor Senigallia in serie D.

A suon di goal e prestazioni, inizia a farsi conoscere, attirando l’attenzione di club di serie C come l’Ancona e la Vis Pesaro.

Posso raccontare un episodio per definire la sua persona: è bastata una foto, chiesta in un incontro fortuito, per riconoscere sempre, da allora, quel ragazzino che ogni volta che può, raggiunge Senigallia per poterlo tifare e salutare da lontano.

A un anno dal suo arrivo in Italia, i risultati raggiunti stanno ripagando lavoro e sacrifici. La strada è lunga, ma impegno e determinazione non mancano.

Questa storia, pur semplice e poco conosciuta, è un esempio per tutti i ragazzi che vogliono sognare in grande, disposti a impegnarsi e fare sacrifici perché tutto diventi realtà… anche trasferirsi dall’altra parte del mondo.

E forse allora non contano i gol e i trofei, o perlomeno non solo.

Conta la strada, il percorso che ti ha portato ad essere la persona che sei.

In bocca al lupo a tutti i ragazzi che Mateo ha saputo e saprà ispirare!

Giovanni Giammarchi, III C

 

Dalle elementari, siamo giunti fino alle medie e dalla scuola media stiamo raggiungendo le superiori. Abbiamo il nostro futuro nelle mani e scegliere la scuola superiore adatta a noi non è affatto semplice: sogni, aspettative, ma anche difficoltà e paure.

A soli quattordici anni, siamo ancora troppo giovani per poter decidere cosa vorremmo fare del nostro futuro, ancora troppo piccoli e immaturi per farlo da soli.

Alcuni si affidano a ciò che consigliano i genitori, mentre altri decidono a seconda delle scelte degli amici, ma la cosa più giusta è optare per un indirizzo che ci piaccia, che ci appassioni. Al giorno d’oggi, le superiori ci offrono degli strumenti, quali OpenDay e laboratori, eventi organizzati per far conoscere la realtà formativa e scolastica di ogni istituto. Quello che è emozionante è la scoperta di un nuovo mondo, nuove amicizie con cui condividere un periodo fondamentale di crescita, persone che ti rimarranno dentro, dandoti qualcosa e regalandoti sorrisi, insegnamenti e ricordi unici. Questo è quello che ognuno di noi si deve aspettare dalla scuola superiore, una grande sfida che all’inizio sembrerà impossibile da superare, ma che poi, col tempo, diventerà un gioco da ragazzi. In fin dei conti, ognuno dovrebbe davvero scegliere ciò che più lo appassiona. Dobbiamo avere l’intelligenza di optare per una scuola nella quale, magari, non conosciamo nessuno, fare una scelta coraggiosa, ma dettata dal cuore. Sicuramente ne usciremo vincitori.

Sofia Soccetti, III C

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso