ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Cestoni di Montegiorgio (FM) - 2A - 2B - 2C

«Un mondo senza discriminazioni»

Così vorrei fosse la società del futuro, basterebbe poco e invece pare che sia una cosa quasi impossibile

Se qualcuno mi chiedesse come vorrei il mondo del futuro, risponderei istintivamente che mi piacerebbe vivere in una società dove non ci siano discriminazioni da parte di uomini su altri esseri della sua stessa specie, senza arroganza o atteggiamenti di sopraffazione sui più deboli, dove non si eserciti violenza sugli animali e neanche sull’ambiente, dove si riducano drasticamente quelle attività umane responsabili della crisi climatica che sta cambiando comportamenti e abitudini di tutti. Mi rendo conto che, pensando alla situazione attuale, sia quasi impossibile avere un mondo del genere, o forse… forse no. Magari basterebbe che ogni essere umano utilizzasse una maggiore dose di sensibilità e apertura verso ciò che lo circonda. Il mondo che vorrei è quello in cui non si esiti a fare un sorriso che può migliorare la giornata di qualcuno, che forse non si sente apprezzato; è quello in cui ci sia empatia, ci si immedesimi nell’altro, lo si comprenda e lo si sostenga superando la superficialità, l’indifferenza e il pregiudizio. Ci sono persone che soffrono per giudizi offensivi, per commenti stupidi rivolti con superficialità o proprio con l’intenzione di ferire e di conseguenza si chiudono in se stessi.

Questo provoca isolamento, stati depressivi, paure sociali, o addirittura l’insorgere di malattie gravi come l’anoressia. Al giorno d’oggi viviamo in un mondo ‘virtuale’, parallelo alla vita reale, fatto di ‘like’, di ‘amici’ con i quali però, se ci si incontra di persona difficilmente ci si ferma a dialogare. Lo schermo del telefono sta diventando una maschera. Di fronte alla domanda «Come stai?» spesso si risponde «bene» anche quando ci si sente come se ci stesse per crollare il mondo addosso. C’è il timore di parlarne per il rischio di essere giudicati o non creduti. Il mondo che vorrei per il futuro dovrebbe essere autentico, umano, in cui le persone si sentano a loro agio e si aprano ai loro coetanei, che sia attento a ciò che le azioni degli uni procurano agli altri uomini e a tutto ciò che ci circonda. La soluzione per risolvere questi problemi, sempre più frequenti, sarebbe stare più vicini a queste persone che fingono di stare bene, occupandole del tempo, facendole stare in compagnia e distraendole dalle delusioni che hanno ricevuto dal nostro mondo. In questo modo speriamo che le persone vittime di tutto questo si sentano al loro agio e si inizino ad aprire con i loro coetanei per costruire davvero tutti insieme un mondo migliore.

Classe II B

 

Studiando storia sui banchi di scuola, abbiamo dedotto con certezza che le guerre e le discriminazioni sono sempre state ombre che hanno offuscato la storia ed il destino del mondo. È per questo che pensiamo sia arrivato il momento di creare quel mondo in cui la pace e l’uguaglianza siano valori veri e indiscutibili. Quelli cioè, alla base del mondo che vorremmo. Si parla di queste cose da anni e sembra quasi che sia solo un sogno dei bambini, ma se ci riflettiamo: come può sopravvivere la nostra intera civiltà se continuiamo così? Le guerre lasciano solo distruzione, dolore e sofferenza. Vengono sprecati soldi che potrebbero essere usati per sconfiggere la povertà, la fame, il cambiamento climatico. Ma da dove nascono le guerre? Dalla sete di potere prima di tutto e poi, senza dubbio, dalle discriminazioni. Dalle piccole discriminazioni di ogni giorno, come il razzismo (che certo piccola non è), che insieme causano tensioni, divisioni sociali fino ad arrivare a vere e proprie violazioni dei diritti umani. Ogni forma di discriminazione va combattuta con tutta la nostra intelligenza, perché impedisce alle persone di realizzarsi e ostacola il futuro di tutti, non solo di chi viene discriminato. La strada verso un mondo senza guerre è difficile, ma non impossibile. Richiede un impegno su tantissimi fronti: le guerre devono essere risolte attraverso il dialogo anziché con la bombe. Bisogna promuovere la cultura della pace a scuola e sempre. Devono essere create leggi per combattere le discriminazioni in tutte le loro forme. Dobbiamo iniziare a pensarci tutti come un’unica comunità del mondo. Sappiamo che un cambiamento come questo richiederà tempo ma può funzionare, soprattutto se noi giovani saremo ascoltati dai governi e dalle organizzazioni mondiali.

Siamo tutti chiamati ad essere creatori di un futuro migliore.

Classe II C

 

‘Sgasiamoci ragazzi!’ Il mondo che immaginiamo nel nostro futuro è fatto di meraviglia oltre che di pace e rispetto reciproco. Lo immaginiamo verde, quello intenso degli alberi che si muovono agitati dal vento e con i colori dei prati variopinti.

Vediamo i colori dei fiori e sentiamo l’intenso profumo che emanano, vediamo le sfumature dell’azzurro del cielo e il blu intenso dell’acqua che dona vita agli esseri viventi. Questo è il mondo in cui noi vorremmo vivere, pur ammettendo che la realtà è ben diversa poiché le problematiche che lo affliggono sono tante e le attività umane, giorno dopo giorno, lo stanno modificando rendendolo sempre meno accogliente. Ma se questo mondo così non va, ci chiediamo perché gli adulti e i governanti non pensano alle soluzioni e a guarire la nostra ‘Madre Terra’? Tutti insieme con i nostri piccoli gesti, possiamo contribuire a prevenire il cambiamento climatico, ma da soli non riusciremo mai a fermarlo.

Abbiamo bisogno di un aiuto che venga dai vertici del mondo per un futuro migliore. Dovrebbero essere emanate leggi che tutelino maggiormente il nostro pianeta tipo: «tutti dovrebbero spostarsi in modo sostenibile, le auto che inquinano dovrebbero essere bandite»; «le aziende inquinanti devono cambiare rotta»; «si dovrebbe far uso solo delle cose essenziali».

Classe II A

 

Ecco gli studenti delle classi II A, II B e II C della scuola secondaria di primo grado ‘Cestoni’ di Montegiorgio che nella stesura degli articoli sono stati coordinati dalle docenti Elisa Fosco e Laura Baglioni. Gli studenti hanno dedicato la pagina del campionato di giornalismo, al tema rispondente al ‘Mondo che vorrei’. Ogni classe ha riflettuto sulle condizioni attuali del mondo, viste sia dal punto di vista ambientale che socio culturale. Da un bilancio reale fatto di criticità universali come guerre, solitudini e cambiamenti climatici, emerge l’appello unanime degli studenti delle classi seconde della Cestoni, volto a riflettere sulla scelta delle singole azioni quotidiane affinché siano radicate nel senso di responsabilità propria e altrui e finalizzate a costruire un mondo migliore. A corredo degli articoli, i giovani cronisti, hanno redatto un disegno rispondente al tema trattato, realizzato da Cecilia Bernetti, alunna della classe II C.  

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