ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Lama - Polinago di Lama Mocogno (MO) - 1A, 1B

«Scuola e sport, binomio possibile»

L’intervista agli allievi interprovinciali dell’A.c. Lama ’80: «Bisogna dare il massimo e non abbattersi mai»

Calcio: gioco che oppone due squadre, ciascuna di undici giocatori, che si contendono un pallone cercando di farlo entrare nella porta avversaria, colpendolo con il piede o con la testa.

Ciò che troviamo scritto sul dizionario non basta per descrivere quello che questo sport ci trasmette: determinazione, forza, felicità, coraggio, organizzazione e rispetto, valori che dal campo portiamo con noi nella vita di tutti i giorni. Lo stare in squadra infonde senso di unione e fratellanza e permette di consolidare le amicizie, soprattutto quelle che nascono tra i banchi di scuola e hanno la fortuna poi di essere coltivate sul campo.

Nonostante la passione, però, non è sempre facile conciliare scuola e sport: i compiti, spesso, sono tanti, ma le emozioni e il benessere che l’attività sportiva infonde sono tali da spingerci a organizzarci per tempo, portandoci avanti con il lavoro della settimana. Con il tempo stiamo iniziando a vedere la scuola come una partita di calcio: un bel voto equivale a un goal e porta con sé orgoglio e felicità; allo stesso tempo, prendere un brutto voto ci fa pensare alla rabbia, alla delusione e alla tristezza, sentimenti che scaturiscono quando sono gli avversari a segnare, ma che comunque fanno parte di noi e ci ricordano che è proprio dai momenti no che un grande sportivo può imparare molto.

Non tutti i ragazzi della nostra classe giocano a calcio, ma questo lavoro ha voluto coinvolgere tutti perché crediamo fermamente che lo sport sia prima di tutto condivisione e inclusione.

Con l’obiettivo di far capire che è possibile conciliare l’attività sportiva con gli impegni scolastici, abbiamo intervistato quattro ragazzi, appartenenti alla categoria degli allievi interprovinciali dell’A.C. Lama ’80: Lorenzo Boilini, Diego Florini, Matteo Strina e Marco Tonozzi. Questi ragazzi hanno frequentato, come noi, la scuola media di Lama Mocogno e, ad oggi, sono alle superiori; sono ragazzi come noi, che da sempre sono riusciti a conciliare gli impegni scolastici con quelli sportivi, riuscendo brillantemente in tutto.

Per noi, ragazzi della categoria under12 dell’A.C. Lama ’80, rappresentano un esempio, anche perché hanno già collezionato molti traguardi: al termine della stagione 2021/2022 sono stati premiati per la sportività e per l’onestà dimostrate in campo; l’estate scorsa si sono classificati primi alla finale del Torneo della Montagna, un torneo importantissimo per le squadre dell’Appennino.

Da quanto tempo vi allenate? «Ci alleniamo dalla prima elementare, abbiamo iniziato a praticare questo sport dall’età di cinque anni».

Quante volte a settimana vi allenate e per quante ore? «Ci alleniamo tre volte a settimana ed ogni allenamento ha la durata di due ore».

Quante partite giocate a settimana? E quando giocate di solito? «Solitamente giochiamo la domenica, alle 10.30, a volte ci sono partite infrasettimanali; in totale, le partite ogni anno sono circa trenta». 

Chi o che cosa vi ha spinto a intraprendere questo percorso? «Sicuramente le nostre famiglie hanno avuto un ruolo fondamentale: molti in famiglia praticano o seguono questo sport».

Come riuscite a conciliare la scuola con gli impegni sportivi? «La domenica ci viene fornito il calendario dai nostri mister con tutti gli impegni della settimana, dagli allenamenti alle partite, così abbiamo la possibilità di organizzare tutto quello che c’è da fare, iniziando con compiti e verifiche».

C’è stato un momento in cui avete pensato di mollare? «No, mai. Forse da piccoli, quando si è presi dalla curiosità di provare nuove cose, ma non abbiamo mai pensato di mollare».

Ci sono sportivi a cui vi ispirate? «Non ci sono sportivi a cui ci ispiriamo in modo particolare, ma sicuramente, se dovessimo fare il nome di un grande atleta, diremmo Lionel Messi».

Quali sono i vostri obiettivi, sportivi e non? «Ovviamente si punta sempre al massimo, ma già poter arrivare alla promozione sarebbe un gran bel traguardo».

Se doveste cercare di convincere un gruppo di ragazzi a intraprendere questo sport, cosa direste loro? «Giocate a calcio perché fa bene ed è bello! Provate, divertitevi e capirete la bellezza di questo sport».

Che emozioni vi trasmette questo sport? «Felicità, amore, passione, determinazione».

C’è una partita che vi è rimasta nel cuore? Se sì, perché? «La finale del Torneo della Montagna, un torneo molto importante per le squadre dell’Appennino. La partita, Lama – Appennino 2000, si è giocata la scorsa estate, il 30 luglio 2023, e ci ha visti vincitori, abbiamo infatti portato a casa un gran bel risultato: 2-0 per noi».

Ci sono degli insegnamenti che questo sport vi ha inculcato e che applicate ad altri campi della vostra vita? «Non mollare mai, anche se accade qualcosa di brutto. Non abbattersi e dare sempre il massimo. Il senso del sacrificio e della conquista».

Quant’ è importante, secondo voi, lo sport nella creazione di nuovi legami e nel consolidamento dell’amicizia? «Tantissimo! Noi ci conosciamo da dieci anni anche grazie a questo sport. Ringraziamo i ragazzi che si sono prestati all’intervista e i nostri allenatori: Claudio Bagatti, Jose Antonio Lopez e Simone Mucci; un ringraziamento speciale va anche al nostro Prof., nonché mister della categoria allievi insieme a Francesco Zacchi, Alessandro Bianchi, che si è reso subito disponibile ad organizzare l’intervista».

Classe 1^A Lama Mocogno 

 

 

Sempre più spesso animali indifesi sono vittime di violenze da parte di ragazzi molto giovani.

Le cronache parlano di abbandoni, maltrattamenti e uccisioni spesso compiute allo scopo di diffondere le immagini sul Web e spettacolarizzare, così, il dolore.

Perché tanta violenza? Può essere l’effetto dell’uso sfrenato dei mezzi tecnologici? I videogiochi, ad esempio, attraggono i giovani, ma possono generare comportamenti scorretti, o addirittura aggressivi e violenti.

Anche l’utilizzo eccessivo dei telefonini provoca l’isolamento dei bambini o degli adolescenti, che non hanno più amici, non creano legami, non dedicano il loro tempo all’altro.

La scuola, oltre alla famiglia, ha un ruolo fondamentale nell’educare le nuove generazioni al rispetto degli esseri viventi, e la letteratura potrebbe aiutarci a renderci più ’umani’.

A questo proposito, il racconto de Il Piccolo principe dell’autore francese Antoine de Saint-Exupéry, è profetico perché ci fa riflettere sul fatto che gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla, non hanno più amici.

La nostra vita, invece, ha un senso solo se facciamo qualcosa per gli altri e scambiare il reale per il virtuale è un grave pericolo.

Leggere un libro, vedere un museo o dedicarsi alla visione di un concerto potrebbe essere una occasione per questi ragazzini di cambiare, sensibilmente, la loro vita.

Classe 1^B Polinago

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