ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Santa Filomena di San Giovanni in Marignano (RN) - 1A, 1°, 2°, 3A

Slang dei giovani e nuove parole

Da ’ti lovvo’ al ’friendzonare’: tutte le espressioni utilizzate delle generazioni Z e Alpha

«Cia bro (ciao fratello)». «Bella fra non puoi capire, oggi a scuola mi sono camperato (nascosto) in bagno per non essere interrogato, ma è spawnato (apparso) il preside e mi ha sgamato (scoperto)». «Cringe (imbarazzante)». Ecco un dialogo tra noi ragazzi di oggi. Sono parole nuove, incomprensibili a molti, nate soprattutto nelle città del nord, che si sono estese a tutte le regioni italiane, grazie ai mezzi di comunicazione di massa, ai social e alle piattaforme, e che vengono usate per comunicare in modo informale nel gruppo di noi coetanei, quelli della generazione Zeta e Alfa. Ti followo (ti seguo), ti lovvo (ti voglio bene), sei nabbo (scarso), friendzonare (essere amici) sono termini che  abitano nel nostro lessico quotidiano e di cui siamo anche gelosi. In sostanza è un modo nuovo e diverso di comunicare che è accessibile solo agli ‘ad-detti ai lavori’. Storpiare le parole è un gioco divertente, alterare la loro pronuncia è quasi diventato un modo per essere originali e per sentirsi parte di una cultura specifica. Stai nel chill (rilassati), ho appena avuto un mental breakdown (una crisi per qualcosa), dovete stare fly down fate troppe hype (dovete volare basso siete troppo esibizionisti), ci becchiamo (incontriamo) sul tardi, andiamo a drinkare (bere un aperitivo) se la mamma non svalvola (si arrabbia): è un parlato informale e, perché no, anche scherzoso, sono forme dialettali, forestierismi, frasi prese in prestito dalla pubblicità, dai film o dai media, espressioni di un gergo tradizionale e innovativo che si fondono nel nostro linguaggio giovanile. Ci sono anche le forme dialettali che cambiano da territorio a territorio: il romanesco piottare (correre ai cento all’ora) e mortazza (mortadella), il napoletano frisco (muscoloso), il toscano bischero (tonto) e boscare (mancare un appuntamento). Ci sono anche iperboli come da dio, favoloso, mitico, stupendo ma anche atroce, bestiale, mostruoso, al posto di bello; una bomba è una cosa eccezionale, micidiale, pauroso notevole (sia in senso negativo che in senso positivo); da paura è da non credersi. È il fenomeno del melting pot linguistico, che si sta sempre più diffondendo. È un vero crogiuolo della lingua, una mescolanza tra diversi stili che attingono parole anche da altre lingue traslandone il significato senza modificarne la forma. È una lingua nuova, ‘una lingua per crescere’, come l’ha definita qualche studioso. Chissà se anche la generazione dei boomer riuscirà ad adattarsi al meglio ai cambiamenti. La prof Manu, che è il nostro redattore capo, ci sta provando.

Giulia Fontana, Bianca Malpassi, Leonardo Molari, Virginia Olmeda, Riccardo Prioli classe II

 

Per fare esperienza di poesia e per essere poeti, almeno un po’, non c’è bisogno di essere esperti di retorica, basta essere vivi, disposti a farsi stupire da quello che accade fuori e dentro di noi e risvegliare la nostra anima assopita. Abbiamo voluto incontrare Stefania Crinella, professoressa d’inglese del Volta-Fellini e anche poetessa: ha iniziato a scrivere le sue poesie appena quattordicenne. Ci dice che i poeti «devono essere attenti a ogni particolarità e devono saper apprezzare tutti i momenti del vivere, perchè la poesia può nascere quando meno te lo aspetti. Tutto può diventare argomento di poesia perché ogni cosa è degna di essere cantata». Da tanti la poesia è considerata una cosa per esperti. Invece la si può trovare ovunque tutti i giorni, basta guardarsi intorno. Siamo noi che rendiamo una cosa poetica. L’esperta Stefania Crinella per creare le sue opere si concentra sulla realtà, sulla vita e sulle vicende vissute in passato. Scrive poesie perché prova intense emozioni e ha la necessità di comunicarle. I versi liberi, le assonanze, il lento incedere delle parole attente e sincere, segnano le pagine della sua raccolta e ci regalano profondi  significati.

Tommaso Sartori, Morgan Bucchi, Giovanni Maria Martini III A

 

Il professore di musica Andrea Brugnettini è anche direttore d’orchestra e di banda. Lo abbiamo intervistato per capire di più la musica e imparare ad amarla.

La prima cosa che ci ha raccontato? Una banda è composta da più strumenti: quelli tradizionali, come quelli a fiato e le percussioni, e altri molto particolari come il gong nella bacinella d’acqua e la pallina rimbalzina contro la grancassa. I musicisti spaziano tra diversi generi musicali, suonano tutti insieme e spesso sono anche in movimento creando delle vere coreografie.

Brugnettini ci ha detto che mentre dirige disegna la musica e riesce a esprimere quello che prova in modo più completo che con l’utilizzo delle parole. Il consiglio prezioso per diventare musicisti? Ascoltare musica suonata da persone e strumenti veri, per capire la vera musica.

Abbiamo sempre immaginato la musica connessa e legata maggiormente a un mondo virtuale, invece abbiamo capito che essa è reale, autentica, soprattutto tangibile e si può fare anche suonandola dal vivo in movimento e insieme.

Indira Emendatori, Vittoria Leardini Classe I

 

La primavera è la stagione dove ogni essere vivente si risveglia dopo il lungo sonno invernale. La natura si veste nuovamente di tanti colori vivaci mentre le persone piano piano si spogliano dei pesanti vestiti invernali. Noi ragazzi ci risvegliamo ogni giorno più luminosi e sereni e torniamo a giocare nel grande parco fiorito della nostra scuola.

Il sole riscalda e illumina le giornate sempre più lunghe ma più impegnative. Il ritmo è più veloce e a volte vorremmo fermare l’orologio per godere questo bel tempo che emana profumi e anticipa l’estate.

Delia Buccie Giulio Guidi I A 

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