ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Giulio Cesare di Savignano sul Rubicone (FC) - 2A, 3C

L’adolescenza è come un labirinto vuoto

«Alcuni pensano che sia un periodo spensierato, ma io non sono d’accordo perché le responsabilità sono troppe e ci si sente inadeguati»

Alcuni pensano che l’adolescenza sia un periodo spensierato e allegro, ma io non sono molto d’accordo con questa opinione, perché per me l’adolescenza è come un labirinto vuoto, cupo e nero. È un labirinto perché anche se l’adolescenza dura cinque anni, per me è un’eternità perché ci si sente inadeguati, si hanno molte responsabilità per il futuro ed è difficile accettarsi e farsi accettare dagli altri. Molte persone dicono: «Goditi la vita e non essere triste che a quest’età ci si deve divertire!», allora io penso: «Facile dire così se non hai vissuto quello che vivono alcuni adolescenti ogni giorno».

È ovvio che le persone la pensano così perché loro non hanno avuto disturbi alimentari, non si sentono soli, non rispondono male ai propri genitori o ai propri fratelli. Gli adolescenti invece si sentono così: un buco nero senza niente attorno. Non tutti (ovviamente) si sentono così e non sempre, però la maggior parte delle volte, se ci si sofferma a pensare ai momenti bui quando si è soli nella propria camera, il sorriso scompare.

Altre persone invece non la pensano come me. Pensano che a questa età ci si debba divertire, si debba girare il mondo, fumare, bere, andare a ballare e fare tante altre cose. Però io credo che sia presto per pensare a queste cose, perché significa bruciare le tappe.

Poi c’è la questione del rispondere male. Ogni adolescente ha quei momenti di rabbia che sono incontrollabili e, tante volte, noi adolescenti rispondiamo in malo modo e non ci rendiamo conto di come si senta quella persona a cui abbiamo risposto male. Vorremmo spiegare al mondo che in quei momenti non c’è una ragione precisa per cui ti senti nervoso e dopo aver risposto in modo sgarbato ti senti peggio. La sensazione che si prova è quella di essere sul punto di esplodere.

Inoltre molti adolescenti si guardano allo specchio e pensano: «perché sono così brutta o brutto?». Beh, io sono una di quelle che quando si guarda allo specchio non vede se stessa, vede una persona orribile, robusta e inguardabile, praticamente un mostro, che non esce mai di casa senza un filo di trucco per sentirsi più sicura. In Italia una statistica rivela che circa18.000 persone sono morte per suicidio e disturbi alimentari.

Nonostante per tanti motivi io non mi piaccia, non arriverei mai a tanto, perché credo che la vita sia un dono.

Se potessi, a tutte le persone che si sentono come me, che vorrebbero farla finita perché non si accettano e non si sentono accettate, direi: «Non fatevi del male, non toglietevi la vita, perché così fate male a voi e alle persone che vi vogliono bene» E vorrei dare anche un altro consiglio alle persone che ’bruciano le tappe’: «Pensate prima di iniziare a fumare, bere o drogarvi, pensate bene prima che sia troppo tardi per rimediare allo sbaglio che avete fatto».

In Italia ci sono circa 435mila persone che sono morte a causa dell’abuso di sostanze nocive distruggendosi lentamente. Quindi anche se ci sono degli alti e bassi nel percorso della vita, bisogna affrontarli andando avanti, perché nonostante ciò la vita è bella.

Iammarino Melania della classe 3ª C della scuola media di Savignano


Adolescenza: età bella o età difficile? Per molti ragazzi è un’età difficile per le grandi e nuove responsabilità che devono affrontare. Ci sono persone che, entrando nell’adolescenza, non hanno percepito un grande cambiamento, ma per chi si sente insicuro, l’adolescenza è il periodo peggiore. Molti, a quest’età, si trovano di fronte grandissime sfide come ansia e ansia sociale, depressione e disturbi alimentari. Ansie, depressione e autolesionismo sono spesso causati dalla scuola, perché gli alunni sono dipendenti dai voti, se prendono voti bassi si sentono delle nullità,  mentre, se prendono voti alti, si sentono dire che stanno solo facendo il loro dovere e spesso a farli sentire così o a dirgli queste frasi sono proprio le famiglie che lo fanno pesare in modo eccessivo ai propri figli, non sapendo che questi potrebbero iniziare a farsi del male fisico. I genitori non riescono a capire o non vogliono capire che i loro figli possono avere paure e ansie. Troppo spesso succede che i genitori esordiscono con: «Che problemi vuoi avere alla tua età?».

Anita Vincenzi 3ªC

 

La tecnologia è stata una scoperta che ha rivoluzionato le telecomunicazioni e la vita delle persone. Nel passato nessuno avrebbe mai pensato a un’invenzione simile. Per noi Internet è normale, dal momento che lo utilizziamo ogni giorno. Ma chiediamoci: come sarebbe il mondo in assenza di Internet? Molte persone direbbero che sarebbe una catastrofe, io invece penso che molte cose diventerebbero migliori e la nostra vita smetterebbe di ruotare attorno a un oggetto insignificante: il telefono. Il cellulare può sembrare innocuo agli occhi dell’uomo. Però Internet sfugge di mano, è frivolo, ingannevole, ti incanta con le immagini, i bei colori e quando ti ha in pugno, ti guarda dall’alto, mentre cadi nell’oblio della dipendenza.

Francesca Gherasim 3ªC

 

Io e la mia classe abbiamo avuto la possibilità di visitare la Biblioteca Malatestiana, tra le meglio conservate al mondo e simbolo di Cesena. È patrimonio dell’Unesco, dunque patrimonio dell’umanità. Per me è stato come entrare in un luogo incantato, questa la sensazione che ho provato quando hanno aperto la porta. La sua storia ha avuto inizio nel XV sec dall’unione delle idee di Domenico Malatesta Novello, signore di Cesena, e i frati francescani che abitavano nel convento adiacente alla biblioteca. Dopo un breve giro della città siamo giunti in Piazza Bufalini, su cui si affaccia la biblioteca, siamo entrati all’interno e lì, la nostra professoressa di italiano, ex guida della Biblioteca Malatestiana, ha iniziato a narrare la storia. Giunti davanti all’ingresso della biblioteca, ho notato che nel timpano del portone monumentale che conduce all’interno è presente un elefante, sulla cui schiena corre un cartiglio recante la seguente iscrizione «L’elefante indiano non teme le zanzare». Questo motto è stato scelto da Malatesta Novello per far capire ai suoi nemici che lui non li temeva e che, al suo cospetto, erano piccoli e innocui, come zanzare.

Questa biblioteca mi è parsa rivoluzionaria, perché, anche se l’analfabetismo era ancora molto diffuso e riguardava la gran parte della popolazione, comunque era un luogo pubblico, oltre che civico.

Penelope Guerra 2ª A

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