ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado D'Azeglio di Ascoli (AP) - 2A, 2B, 2C, 3B

«Da bambino il mio idolo era Federico Fellini»

Intervista al regista ascolano Giuseppe Piccioni: «Questo lavoro signica fare delle scelte, raccontare storie con immagini»

Nei giorni scorsi, i cronisti della Massimo D’Azeglio hanno intervistato Giuseppe Piccioni, regista ascolano.

Piccioni, come ha avuto l’idea di intraprendere la carriera di regista? «Penso che alcune scelte siano  istintive, casuali ma di certo mi hanno cambiato la vita portandomi a provare emozioni contrastanti. In me è nata come una specie di vocazione, che ti fa sentire la persona migliore del mondo perché è il lavoro più bello del mondo».

Per lei cosa vuol dire essere un regista? «Essere un regista vuol dire fare delle scelte, saper raccontare con delle immagini storie spesso personali e farle arrivare agli spettatori. Durante la registrazione niente è improvvisato.

Non si inizia mai un film senza un’idea ben precisa della storia, anche se alcune idee possono arrivare casualmente, a volte migliorandolo».

Ci sono stati dei momenti in cui ha pensato di mollare tutto? «Sì, quando devo selezionare gli attori: spesso fatico a trovare la persona giusta e sul momento penso di lasciare il set. Il criterio di scelta degli attori è molto difficile, perché non conta solo la bravura ma anche come immagino il personaggio della storia da inscenare».

Dato che lei è ascolano, cosa ha provato a tornare ad Ascoli per girare il suo ultimo film ’L’ombra del giorno’? «Ascoli è la città dove sono nato e dove ho registrato il mio primo film e quello più recente. È bellissima e adatta come sfondo a diversi film. Riguardo a ’L’ombra del giorno’ mi sento in debito con la città, mi sono trovato bene e questo è un film che mi ha dato molta soddisfazione. Invece, nel ’Grande Blek’, forse perché ero agli inizi, mi sentivo più insicuro, volevo fingere di essere solo perché molte persone che conoscevo mi creavano scompiglio come mio padre che spesso veniva sul set».

Chi l’ha portata a dedicarsi al mondo del cinema? «Grazie a mio fratello ho iniziato ad interessarmi al cinema e diciamo che mi ha ’influenzato’ perché guardava film americani degli anni ‘70. Altri sostenitori sono stati i direttori della scuola di cinematografia che ho frequentato come Renzo Rossellini. Da bambino, il mio idolo era Federico Fellini».

Tra i tanti premi ricevuti durante la sua carriera, qual è stato quello che le ha dato più soddisfazione? «Tra i tanti premi il più gratificante è stato il David di Donatello perché è il più importante che ho ricevuto a livello italiano.

Una volta lo vinsi per pochi voti e l’ansia aumentò il suo valore per me».

Che mestiere avrebbe fatto se non fosse diventato regista? «Se non fossi emerso nella carriera di regista, avrei intrapreso quella di scrittore perché sono sempre stato un appassionato della lettura. Mi piacerebbe scrivere un libro». Piccioni al termine dell’intervista ci ha lasciato con la promessa di venire a trovarci nella nostra scuola.

La pagina dei Campionati di giornalismo di oggi è stata realizzata dagli alunni della scuola D’Azeglio. I giovani cronisti sono Fioravanti Francesca, Rosa Giulia, Fischetti Aurora, Scuterini Francesco, Alberti Valerio (IIA), Alesi Emilia, Di Felice Ivan, Fischetti Siria, Vagni Leonardo, Visconti Anna Maria (IIB), Bachetti Elda, Benigni Angelica, Edora Lorenzo, Piccioni Elena, Vittori Giorgia (IIC), Battaglia Elisa, Giulivi Malyca, Ottavi Dario, Smiroldo Angelica, Panichi Benedetta (IIA), Di Sabatino Bianca, Flaiani Elena, Laganà Carlotta, Sofia Andrea, Pettine Raul (IIIB). A coordinare il loro lavoro le professoresse Brutti Claudia, Capello Caterina, Crescenzi Angela e Tulli Emanuela.

 

Il cinema è considerato la più importante invenzione dopo quella della stampa. La sua nascita risale alla fine del XIX secolo nel 1895, anno in cui fratelli Auguste e Louis Lumiere, appassionati di fotografia, proiettarono per la prima volta su uno schermo le immagini di un treno a vapore in movimento. È una verità universalmente riconosciuta che negli anni il rapporto tra uomo e cinema si sia evoluto come una vera e propria storia d’amore dando vita a quell’innovativa forma di intrattenimento e comunicazione che è il cinema.

Col tempo si è evoluto riflettendo una società dinamica perennemente rivoluzionata dal cambiamento.

Ancora oggi, in questo mondo frenetico, il cinema ci offre l’opportunità di evadere dalla realtà e di rifugiarci in quei mondi irraggiungibili che sempre abbiamo sognato.

Negli ultimi anni le statistiche hanno registrato un calo vertiginoso nell’interesse verso i generi più tradizionali del cinema, come il romantico e lo storico, sostituiti da horror e fantascienza. Vista la reperibilità dei film sulle piattaforme streaming e dopo la pandemia, il fascino di recarsi al cinema si è perso, soprattutto fra i ragazzi, che preferiscono la comodità di casa all’atmosfera immersiva delle sale cinematografiche. Il cinema è in grado di offrire ai ragazzi emozioni intense tramite il brivido, l’adrenalina, le lacrime e le risate e stimola la fantasia, facendo spiccare il volo ai sogni.

 

Rispetto all’importanza che il cinema ha ancora oggi come messaggi che riesce a trasmetterci, la nostra scuola ogni anno promuove, attraverso il progetto Cineforum, attività che mirano a sviluppare l’interesse e l’amore per questo settore, avvicinando i ragazzi al film come forma d’arte. Si tratta di un percorso laboratoriale condotto dalla professoressa Claudia Brutti. Si svolge ogni lunedì in orario pomeridiano e dura due ore, durante le quali assistiamo alla visione di film a tema su cui poi ci confrontiamo. Sono esperienze che ci aiutano a conoscere e sperimentare diverse emozioni, immedesimandoci nelle vicende che vivono i vari personaggi e condividendole con gli altri.

Infatti, dopo la visione del film, lo si commenta insieme esternando le opinioni e i sentimenti che ha suscitato in ognuno. Si impara in questo modo a discutere e a confrontarci, ad esprimere sentimenti differenti e ricchi di opinioni diverse. Inoltre, in un’epoca attuale che tende sempre più all’isolamento, ci aiuta a ampliare le nostre capacità sociali, riuscendo a stare in compagnia di altre persone e a costruire nuove amicizie.  

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