ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Severino Ferrari di Molinella (BO) - 1B, 1E, 1F, 2F

Istruzione: come cambia negli altri Paesi

Gli studenti indagano realtà scolastiche diverse dalla loro: «Abbiamo imparato a superare i confini dei nostri punti di vista»

Ogni anno varcano le porte della scuola più di un miliardo tra bambini e bambine nel mondo: un dato che nasconde però molte differenze tra i luoghi diversi del pianeta e ancora grandi sfide da superare per un’istruzione equa per tutte e tutti.

Oltre in 600 milioni, infatti, non raggiungono le competenze di base di lettura, scrittura e calcolo matematico, secondo quanto riportato dai dati dell’Unicef.

Noi delle classi 1°F e 2°F abbiamo iniziato a interessarci alle differenze tra le varie scuole del mondo grazie ai racconti di un nuovo compagno, Arman, arrivato pochi mesi fa dal Pakistan e grazie alle storie dei protagonisti di due libri letti in classe, Le stelle di Lampedusa di Pietro Bartolo e Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda. Spinti dalla curiosità, abbiamo raccolto le testimonianze di alcune persone intervistate per strada durante un’uscita didattica a Bologna e di un’ospite venuta nella nostra scuola. Si tratta di un’insegnante senegalese, Sokhna Faye, che ha lavorato per dieci anni in una scuola primaria di Dakar, la sua città d’origine. Le diverse domande chele abbiamo rivolto ci hanno fatto scoprire da un punto di vista storico e geografico un posto per noi ancora sconosciuto: il territorio del Senegal somiglia alla testa di un leone, suo simbolo nazionale, e il Paese è diventato indipendente nel 1960, dopo secoli di colonizzazione, ingiustizie e soprusi.

Ci ha raccontato soprattutto della sua scuola, mostrandoci foto e video. Le lezioni iniziano alle 8 e finiscono alle 19, gli esercizi in classe si scrivono su tavolette in ardesia, le materie sono in wolof, la lingua ufficiale, o in francese e un giorno a settimana si studia arabo per imparare a leggere il Corano. Le classi sono numerosissime, possono ospitare fino a un centinaio di alunni, che indossano uniformi per non evidenziare differenze economiche.

Cosa ci ha colpito di più? Andare a scuola in Senegal non è obbligatorio: la notizia ci ha inizialmente entusiasmato, ma poi ci siamo chiesti cosa faremmo ogni mattina se non riuscissimo ad andare a scuola. Molte bambine e molti bambini sono ancora costretti a lavorare e sono privati di un diritto essenziale che, secondo la maggior parte delle persone intervistate, è il vero valore della scuola: l’imparare insieme.

Ascoltare queste testimonianze dal mondo ci ha permesso di guardare la scuola da prospettive nuove, di scoprirne l’importanza superando i confini dei nostri punti di vista.

Classi 1F – 2F

 

Noi ragazzi della 1B dell’ istituto comprensivo di Molinella siamo andati a scoprire che cos’è e di cosa si occupa lo sportello interculturale e ci siamo rivolti, tramite un’intervista elaborata da noi, alla professoressa referente del progetto.

Abbiamo scoperto che lo sportello interculturale serve per rispondere alle domande degli alunni e delle famiglie straniere, attraverso incontri online sulla piattaforma Google Meet prenotabili tramite mail.

Uno dei servizi offerti dallo sportello alle famiglie è fornire traduzioni di documenti, circolari e moduli, in modo da facilitare l’accesso alla burocrazia scolastica.

Inoltre gli alunni non italofoni vengono inseriti nel progetto di alfabetizzazione svolto durante tutto l’anno scolastico: grazie a osservazioni e colloqui sono state create delle classi omogenee in cui i ragazzi possano lavorare sulla lingua in modo da padroneggiarla sempre di più.

Ma a cosa mira lo sportello? L’obiettivo è creare una scuola più inclusiva, che accolga ragazzi provenienti da altre parti del mondo aiutandoli a superare le loro difficoltà, non solo nel comunicare in italiano, ma anche nell’ambientarsi in una nuova scuola. I ragazzi che partecipano al progetto hanno stretto legami di amicizia che vanno al di là delle lezioni, creando gruppi coesi in cui ci si aiuta a vicenda e si ascoltano i bisogni di tutti.

Classe 1B

 

La classe 1E ha svolto un laboratorio dal titolo “Parole in musica” nell’ottica dell’intercultura e dell’ inclusione, condotto dall’insegnante di sostegno. L’obiettivo? Scrivere canzoni su temi sociali, traducendo alcune strofe nelle lingue d’origine dei compagni stranieri. Nell’antica Grecia, la musica occupava un ruolo importante nella società, insieme ai testi poetici, era considerata un mezzo per esprimere emozioni e accompagnare narrazioni incredibili. Oggi la musica, si sa, è un linguaggio universale, è uno strumento di aggregazione e socializzazione, abbatte i confini territoriali e le appartenenze sociali. Quando poi la musica si unisce alle parole di temi importanti, trasmette forti emozioni, ed ecco che è più facile connettersi emotivamente con gli altri. Con il laboratorio, che ha coinvolto diverse discipline, abbiamo avuto modo di conoscere meglio i nostri compagni, di divertirci, di giocare con le parole, con le rime, con i suoni e i ritmi di altre lingue, ma soprattutto includere i bisogni di tutti.

Classe 1E

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso