ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Gaudiano di Pesaro (PU) - Redazione

I poeti e le cose in comune che hanno con noi

Oggi li consideriamo i migliori, loro invece si sentivano i peggiori, quelli diversi. Da Leopardi a Foscolo, ecco le loro storie

I poeti, che strane creature….molti credono che questi uomini acculturati, brillanti e innovativi possano non avere niente in comune con noi, ma non c’è nulla di più errato: oggi tutti li consideriamo i migliori e invece loro si sentivano i peggiori, quelli “diversi”. Leopardi era profondamente infelice, addirittura era diventato gobbo per stare chino sui libri, Manzoni era tormentato da paure che lo avvolsero per tutta la vita, come l’insensato terrore per le folle o gli spazi aperti, Foscolo si auto infliggeva innumerevoli sfortune così da incarnare al meglio il prototipo di eroe romantico e Pascoli non riuscì mai a uscire dal suo nido, rimanendo sempre attaccato alla sua famiglia e alla sua zona di comfort.

Altri poeti venivano considerati maledetti poiché scrivevano opere sotto effetto di alcol e droghe come gli Scapigliati e certi poeti francesi, creando testi al di fuori della ragione e della coscienza umana. Ma non tutti si rassegnavano a restare nell’ombra nonostante il loro genio interiore, D’Annunzio per esempio, un genio di cui si potrebbe parlare per ore, non solo per le sue poesie ma anche per le controversie pubbliche. Il poeta abruzzese voleva che la sua vita fosse una vera opera d’arte: la sua casa, i suoi amori e le sue avventure. Pagò le conseguenze di essere stato il poeta del regime durante il periodo fascista italiano, venendo riscoperto in Italia solo da pochi decenni, perché prima la sua immagine era ricoperta da pregiudizi causati dai suoi pensieri politici.

Ma quasi nessuno tra essi sperava di essere una persona nella media, una persona normale. Infatti anche se molti non erano mossi da ambizioni smisurate, altri volevano brillare come delle stelle, perché in fondo erano proprio come noi, ma certe volte noi questo lo ignoriamo e perdiamo l’interesse nei poeti poiché ci sembrano vivere in un mondo diverso dal nostro, dove i sentimenti sono più profondi e complessi e la quotidianità diventa paradossalmente bizzarra e inusuale.

Alessandro Cambrini, Giuseppe Casalboni, Nina Della Costanza, Aurelio Lamaj, Greta Morotti, Leone Paccapelo, Luca Perlini

Lo sapete che oggi non è una giornata come le altre ma una giornata speciale? Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Poesia, fu l’Unesco nel 1999 a istituirla. La scelta della data però non è casuale perché il 21 marzo è il primo giorno di primavera, il momento ideale per promuovere la lettura, la scrittura, la pubblicazione e l’insegnamento della poesia in tutto il mondo. La Giornata Mondiale della Poesia rappresenta l’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni. In Italia si celebra con diversi progetti, performance e concorsi di rime e testi a tema.

Emma Di Vincenzo, Elena Piersantelli, Giovanni Ricci

IL 21 MARZO Nel 2023 c’è ancora chi sa apprezzare le poesie? La poesia dal greco “poiesis” nasce per esprimere un pensiero di creazione, originalità e creatività. Iniziò a diffondersi oralmente dal XVIII secolo, insieme ai cantastorie che giravano le città intonando racconti che la gente amava ascoltare. Prima dell’arrivo della poesia scritta i poeti erano infatti costretti ad imparare i testi a memoria e a condividere con un accompagnamento musicale, all’epoca la poesia lirica era la più apprezzata. In seguito, si sviluppò definitivamente, nell’attuale Finlandia, la poesia scritta, grazie ai popoli baltici e ai primi poeti che si avventurarono in questa nuova forma. Non sarebbe stato possibile, senza l’arrivo della scrittura, che inoltre trasformò la lettura in un’abitudine più riservata e intima; un qualcosa che così riuscì a toccare anche più nel profondo le persone. In seguito si diffuse anche la stampa e nacquero i primissimi libri. Oggi è ancora possibile attribuire alla poesia la stessa importanza che aveva un tempo? Molti infatti la consideranoun testo con cui è difficile confrontarsi, forse perché spesso richiede concentrazione e viene identificata come complessa e difficile dalle nostre menti. Diversi studi però hanno provato che leggere poesie mette di buon umore e aiuta il nostro benessere mentale, questo perché il cervello umano, sottoposto ad un piacevole schema ritmico, percepisce la poesia come una sinfonia che dà solo effetti positivi anche al muscolo cardiaco; leggere poesie rilassa il cuore e fa bene alla mente.

Viola Mazzei, Giovanni Quattrini, Andrea Trentino, Cecilia Faggi Grigioni e Gianmarco Mulazzani.

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