ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Primaria De Amicis di Santa Maria Nuova (AN) - 5A - 5B

Impianti sportivi in abbandono

Campi di calcio e bagni senza manutenzione: ragazzi e nonni potrebbero dare una mano alla pulizia

A Santa Maria Nuova cresce l’incuranza degli impianti sportivi. Negli ultimi tempi il campo da calcio non ha avuto le giuste manutenzioni. L’erba è secca e non è presente in tutte le parti del campo. Secondo noi un’idea da mettere in pratica sarebbe quella di trovare dei volontari per controllare le condizioni del campo, e agire se necessario. Gli spogliatoi sono spesso sporchi e i bambini non prestano la giusta attenzione. Per migliorare lo stato di questi impianti si potrebbe incaricare un bambino a turno ogni settimana che si faccia la doccia per ultimo in modo che possa controllare chi lascia oggetti negli spogliatoi o chi li sporca o li danneggia. Manca uno spogliatoio per le femmine in quanto necessario per chi non ha i genitori disponibili a venirle a prendere finito l’allenamento. Secondo noi le femmine hanno il diritto di potersi fare la doccia in uno spogliatoio come si faceva qualche anno fa. Nel campo di ghiaia, accanto a quello principale, crescono erbacce, le reti sono strappate e le porte arrugginite. Per mantenere praticabile questo campo, secondo il nostro parere, i nonni che sono sempre disponibili a collaborare, potrebbero togliere le erbacce, cambiare le reti delle porte e magari riaggiustare il recinto che protegge il campo. Anche noi certe volte potremo aiutare i nonni a mantenere le giuste cure di questo spazio. Le tribune potrebbero essere più pulite e più comode. Perché non istituire la giornata di primavera dove adulti e ragazzi ridipingono gli spalti? Noi vorremmo poter contribuire alla cura delle tribune mettendo dei contenitori prima di ogni partita e magari posizionare dei seggiolini di plastica per renderle più comode. Un’altra idea sarebbe quella di rimettere un ristoro ai piedi delle tribune, in modo da essere all’aperto per le persone che hanno paura del virus. Nel nostro paese c’è anche un campo da calcetto che negli ultimi tempi è stato trascurato. Noi, grazie al progetto «Ata rifiuti», approvato dalle scuole, ogni anno partecipiamo con gli adulti alla raccolta rifiuti; muniti di buste e guanti raccogliamo tutto ciò che viene buttato a terra dai noncuranti dell’ambiente, ma non basta. Ogni settimana andrebbe fatto questo lavoro. Il nostro motto:v «Se pulisco non sporco!». Sopra al campo inoltre c’è un piazzale dove i ragazzi del circolo hanno piazzato delle rampe di legno per gli skate board che non hanno più usato; ora sono rotte e dei pezzi di ferro taglienti sporgono da esse e potrebbero essere pericolosi. Uniamoci! Insieme renderemo questo verde angolo del nostro paese ancora più bello e pulito!

Duca Yuan, Morettini Libero e Piersigilli Caterina V B

Cento anni fa, nel 1922, due nomi fecero il giro del mondo: quello di Howard Carter e quello di Tutankhamon. Carter, archeologo ed egittologo britannico, grazie alle amicizie del padre, approfondisce la conoscenza di un barone collezionista di antichità egizie. Grazie a questa amicizia, inizia ad appassionarsi alle storie dell’Antico Egitto e fu lui che scoprì nella Valle dei Re, la tomba di Tutankhamon praticamente intatta, un giovane re morto a 19 anni. Il pugnale ritrovato nella tomba della mummia è stato oggetto di lungo studio ed elaborata ricerca. A differenza di altri manufatti in ferro del corredo funebre, tutti piuttosto rozzi, il pugnale presenta invece una fattura piuttosto meticolosa. Ha la lama in ferro e un’elsa d’oro con lapislazzuli, si tratterebbe di un regalo che era stato donato prima a suo nonno. Le ipotesi della manifattura del pugnale sono tre. La risposta arriva da diversi punti anneriti che sono stati rintracciati sulla lama e che contenevano cloro, calcio, zinco e zolfo. Gli scienziati hanno scoperto che il pugnale ha l’11% di nichel e lo 0,6% di cobalto ovvero una scomposizione dei meteoriti ferrosi. Il contenuto di nichel nei manufatti realizzati con ferro terrestre, infatti non supera mai il 4%. Oggi un altro studio approfondisce ulteriormente la questione, esaminando le possibilità legate al tipo di meteorite che ha fornito il materiale, alle modalità con cui è stato realizzato il pugnale. Non esistono prove archeologiche della fusione del ferro in Egitto precedenti al II secolo a. C., e il primo esempio noto dell’uso del ferro metallico risale al 3400 a.C., prima dunque dell’era dei faraoni che inizia intorno al 3000 a. C. Le analisi degli scienziati hanno confermato una volta di più, l’origine meteorica del ferro, dal momento che il materiale sulla lama ha mostrato una struttura a tratteggio incrociato che è tipica di ottaedriti, e cioè il più grande gruppo di meteoriti in ferro. Con la fluorescenza a raggi x gli scienziati non hanno più dubbi: il ferro della lama di quel pugnale arriva dallo spazio. All’epoca di Tutankhamon il ferro era un materiale più pregiato dell’oro e indicava uno status sociale molto elevato. Oggi è esposto al Museo del Cairo. Il mito di Tutankhamon è ancora pieno di misteri.

Giampieri Martina e Nasini Asia VA

Sono sempre di più i bambini e gli adolescenti che si appassionano ai videogiochi e che trascorrono moltissime ore a giocare. I videogiochi si sono enormemente evoluti: sono più realistici, accattivanti e interattivi, tanto da permettere di giocare online con amici o sconosciuti anche dall’altra parte del mondo. I dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza Onlus, raccolti su un campione di 11.500 adolescenti, evidenziano come siano soprattutto i maschi a giocare. Tra i 14 e i 19 anni, il 36% dei ragazzi gioca circa 1,5 ore al giorno e l’11% dalle 3 alle 6 ore. Tra gli 11 e i 13 anni il 50% gioca in media 1,5 ore al giorno, il 15% dalle 3 alle 6 e il 4% più di 7. Uno dei temi che preoccupa di più i genitori è proprio questo. Non si sa come comportarsi, si è preoccupati, e si teme che i figli sviluppino una dipendenza. L’organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto la dipendenza da videogiochi come una patologia: il gaming disorder. Tre le condizioni: totale perdita di controllo sul videogioco, non curandosi più del tempo dedicatogli; la priorità dei videogiochi rispetto ad altri interessi e attività; perdurare di questa condotta anche in presenza di conseguenze nefaste. Uno dei videogiochi più gettonati è Fortnite, definito un fenomeno di cultura popolare. Si può giocare contemporaneamente con più compagni e può fomentare il cyberbullismo. Fortnite, secondo gli esperti, ‘aggancia’ in modo potente il cervello emotivo dei giocatori, che perdono la concezione del tempo. La domanda è: ‘Si può essere dipendenti da Fortnite?’.

Gemma Latini ed Emma Serrani VA

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