ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Testoni Fioravanti di Bologna (BO) - 2C

I disturbi dell’alimentazione tra i giovani

Sono sempre di più le ragazze e i ragazzi che ne soffrono. E il trauma della pandemia ha portato a un aumento esponenziale dei casi

Sono la seconda causa di morte degli adolescenti dopo gli incidenti stradali: si tratta dei disturbi del comportamento alimentare, anoressia, bulimia e Binge Eating Disorder. In Italia, nel 2019, i casi segnalati erano 680.689 e nel 2022 sono arrivati a 1.450.567 (dati del Ministero della Salute). La maggioranza è costituita da giovani di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Solo il 10% chiede aiuto. Ma cosa sono nel dettaglio questi disturbi? La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare che consiste nell’abbuffarsi di cibo in breve tempo per poi vomitare volontariamente ed eliminare le calorie appena consumate. Le persone bulimiche non si sentono mai all’altezza della situazione, non si sentono mai adeguate, sono spesso tristi e tendono a isolarsi. Esistono due tipi di bulimia: la bulimia nervosa di tipo purgante, quando una persona divora molte calorie e poi le vomita; l’altra è quella di tipo non purgante, quando una persona esagera con esercizio fisico e sport ed è ossessionata dal controllo delle calorie. L’anoressia è un disturbo alimentare che colpisce soprattutto il sesso femminile a partire dall’adolescenza, ma negli ultimi tempi si sono registrati casi a partire dagli 8 anni. Le persone che ne soffrono sono molto preoccupate dal peso e dalla forma del corpo, spingendosi così a non mangiare fino a conseguenze gravissime: problemi a carico dell’apparato muscolare, vascolare, polmonare e renale, nonché perdita di capelli e caduta di denti.

Esiste l’anoressia restrittiva, cioè il rifiuto di cibo e l’intenso esercizio fisico; poi c’è l’anoressia con abbuffate e/o condotte di eliminazione, quando si mangia molto in fretta per poi cercare di eliminare le calorie attraverso il vomito, i diuretici o i lassativi. Parliamo invece di Binge Eating Disorder quando si mangiano in poco tempo quantità enormi di cibo in modo ricorrente. L’aumento esponenziale dei casi negli ultimi anni è sicuramente dovuto alla pandemia e al suo effetto traumatico sugli adolescenti, ma non solo. La crisi era già presente e si è accentuata. Sono subentrati molti fattori, tra cui l’importanza dei modelli dati dai social e problemi di natura psicologica, senza trascurare la deriva della famiglia: genitori assenti o concentrati su di sé, incapaci di riconoscere i segnali di allarme nei loro figli, per cui si interviene quando è troppo tardi. Se si interviene.

Per non intervenire troppo tardi non bisogna mai trascurare i segnali più comuni: perdita o aumento di peso, sbalzi d’umore, disturbi del sonno, controllo ossessivo del cibo.

In redazione gli alunni della classe 2C della scuola secondaria di primo grado “Testoni Fioravanti”, IC 5Bologna: Alvoni Arianna, Asraoui Mohammed Alì, Azzabi Omayma, Boulahnach Abdelhay, Bouras Imane, Caduc Victoria, Conte Sofia, Guarnaccia Nathan, Ingrosso Linda, Mohammad Nusrat, Montella Elisa, Othman Sara, Regnaud Carcas Nicole, Rozario Srayan Joseph, SkupIlary, Vasquez Cribillero Alessia, Verdadero Gianluigi, Yar Asfand, Zheng Yijing.

Gli alunni sono coordinati dalla prof.ssa Tiziana Donatella Traini.

 

La causa prevalente è legata ai canoni di bellezza e ai modelli irraggiungibili che la società ci impone attraverso televisione, social media e giornali. Capita che il desiderio di farsi accettare dagli altri, sia più forte della ragione, e così si comincia a togliere e a privarsi dei cibi fondamentali, arrivando a dimagrire sempre di più, ma l’immagine riflessa nello specchio è diversa rispetto a quella desiderata. Il vissuto dei disturbi alimentari, sia nelle donne che negli uomini, è un’esperienza che si porta con se a vita; le persone che in passato hanno sofferto, saranno sempre accompagnate da una continua preoccupazione nel mangiare certi cibi, dell’aumento del numero sulla bilancia e dalla paura di ricadere nuovamente nella malattia. A nulla servono gli avvertimenti dei genitori o i segnali del corpo stesso, l’unica cosa che davvero può salvare i ragazzi che stanno cedendo pian piano, è l’amore e il supporto costante. Il primo passo, però, deve venire da se stessi.

 

Di seguito ecco alcuni consigli pratici che ci sentiamo di suggerire.

Se pensi di avere bisogno di perdere peso, rivolgiti a un dietologo o al tuo medico di base; saprà consigliarti al meglio. No a diete fai da te.

Determina le ragioni che ti spingono a non mangiare bene. Cerca in te stesso le risposte.

Parla con uno psicoterapeuta specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari: può aiutarti a capire le ragioni che ti portano a privarti del cibo.

Tieni un diario alimentare, ti servirà per capire quali tipi di cibo mangi, quando e come; inoltre, potrai scrivere a te stesso, annotando i tuoi pensieri e descrivendo le tue emozioni.

Cerca il sostegno di un amico sincero, un genitore, un familiare o qualcun altro a cui tieni. Ti ascolterà senza giudicarti.

Dimentica la bilancia. La cosa importante è stare bene con noi stessi.

Non essere troppo severo con te stesso, cerca di essere gentile con te.

Se capisci di non riuscire a farcela da solo, puoi rivolgerti ai centri presenti nella tua città. A Bologna un primo riferimento è il Centro Regionale per i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA), presso l’Ospedale Bellaria, che, oltre a un’attività di degenza, offre un servizio ambulatoriale specialistico.

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