ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Mattei di Acqualagna (PU) - 3A, 3B

Discriminazioni: ancora troppi episodi

Essere presi di mira per l’orientamento sessuale, un realtà che preoccupa. Dobbiamo parlarne di più nelle scuole

Le discriminazioni sull’orientamento sessuale e di genere sono purtroppo ancora oggi fattore di orrendi episodi che partono dal bullismo fino ad arrivare talvolta ad efferati omicidi. Alcuni dei fattori principali sono la disinformazione, la mentalità chiusa dei cittadini italiani e il parlarne poco negli istituti scolastici.

Solo l’anno scorso vi sono state 115 denunce e 165 vittime causate dalla omotransfobia. Ci rendiamo conto che l’Italia si classifica al 34esimo posto su 49 paesi nei riguardi dei diritti lgbt+? Nelle scuole…Secondo un report di Arcigay, già dal 2010, l’80% degli studenti ha affermato di aver udito terminologie scurrili allo scopo di offendere altri coetanei. Più del 40% ha assistito ad atti di concreto bullismo nei confronti di chi non corrispondeva alle “tradizionali” caratteristiche appartenenti al genere di nascita. Dato che lo stato italiano si sta muovendo lentamente, alcune regioni come l’Umbria hanno deciso di affrontare il problema sin da subito, accelerando i tempi della burocrazia, difatti già dal 2020 quest’ultima ha elaborato una statistica che riguardale scuole del suo territorio, facendo emergere i seguenti risultati: su 1300 studenti il 20% viene preso in giro per il proprio orientamento sessuale (effettivo o ipotizzato) o per come esprimono il proprio genere d’appartenenza, il 10% subisce aggressioni o molestie fisiche, 1 su 15 viene preso in giro o insultato costantemente, il 5% subisce aggressioni frequenti. Questi dati purtroppo ci danno una visione molto ridotta della realtà, poiché solo 1/4 delle scuole del territorio ha aderito all’indagine. Questo dimostra la grave mancanza di interesse riguardo a un fenomeno del tutto attuale che sta riportando dati preoccupanti, infatti il 24% delle persone membri del movimento LGBT+ è stato preso di mira all’interno degli istituti scolastici, cioè gli ambienti in cui bisognerebbe: imparare il rispetto verso gli altri, soprattutto verso chi ci appare “diverso” e insegnare ad eliminare gli stereotipi. Si era già proposta una giornata nazionale contro l’omotransfobia nel Ddl Zan, ma è stata criticata con l’«accusa» di manipolare le menti dei giovani.

Nora Calvà, Pietro Grilli, Martina Pantaleoni (3ªB)

 

Nell’antica Grecia l’omosessualità era diffusa e accettata, soprattutto in ambito militare e sportivo, mentre a Roma, inizialmente tollerata, divenne illegale con il cristianesimo. Nel Medioevo la Chiesa condannò l’omosessualità come peccato mortale, perseguitando e giustiziando i “peccatori”. Le prime idee di uguaglianza per i gay furono diffuse dagli Illuministi e, successivamente, il Codice Napoleonico abolì le pene per eresia, stregoneria, sodomia. Tuttavia gli studi medici ottocenteschi definirono gli omosessuali malati affetti da «istinto sessuale patologico». I primi movimenti di liberazione omosessuale nacquero negli anni 20 e 30 del XX secolo negli Usa e in Germania, ma il regime nazista perseguì sistematicamente i gay, mentre il fascismo non introdusse leggi contro gli atti omosessuali, preferendo il loro «contenimento» attraverso misure di polizia. Nel secondo dopoguerra i movimenti per i diritti degli omosessuali continuarono a crescere in tutto il mondo: l’omosessualità venne decriminalizzata e vennero riconosciuti i primi diritti legali per le coppie gay. In molti Paesi, però, tuttora l’omosessualità è illegale e viene punita con pene severe, come il carcere o la pena di morte.

Ikram Qotbi, Sebastian Santi, Nicola Saraga (3ªA)

 

Durante la Shoah i tedeschi perseguitarono e uccisero non solo ebrei, testimoni di Geova, disabili, rom, ma anche omosessuali. L’«omocausto» risparmiò le lesbiche che non erano ritenute un pericolo per la società. Anche se nella Repubblica di Weimar l’omosessualità era ancora illegale, lo Stato dimostrava una certa tolleranza per gli attivisti che si battevano per i diritti dei gay, mentre gran parte dell’opinione pubblica considerava questa apertura un sintomo di decadenza. I Nazisti si presentarono come paladini della morale per eliminare il“vizio” dell’omosessualità e per vincere la battaglia della purezza della razza. Preso il potere, Hitler intensificò la persecuzione degli omosessuali: la polizia cominciò a chiudere i locali frequentati da gay e a diminuire le loro libertà. I Nazisti credevano che gli omosessuali fossero deboli, incapaci di combattere per la nazione tedesca e di procreare, pertanto erano una minaccia per lo sviluppo della razza ariana. Nel 1934 fu creata una lista con i nomi dei gay tedeschi e si acuirono le pene contro di loro.

Dal 1937 al 1939, le persecuzioni si intensificarono e la Gestapo emanò una direttiva in cui si autorizzava la deportazione di tutti gli omosessuali arrestati nei lager, dove erano costretti ai lavori più umilianti. Una possibilità di sopravvivenza per alcuni di loro era la castrazione, considerata una “cura” per le devianze sessuali. Decisi a guarire i gay, i Nazisti inclusero la sperimentazione medica sui prigionieri omosessuali dei campi: gli esperimenti causarono ai “pazienti” malattie, mutilazioni e anche la morte. Non esistono statistiche attendibili sul numero di omosessuali morti nei lager.

Viola Casagrande Moretti, Anna Saltarelli, Eleonora Urbinati, Nicole Visconti (3ªA)

Votazioni CHIUSE
Voti: 22

Pagina in concorso