ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Celiachia, quando il cibo diventa una sfida

L’intolleranza al glutine raccontata dai ragazzi della 3ªB: casi raddoppiati in pochi anni. Ecco la ’guida’ per acquistare gli alimenti adatti

Sempre più spesso si sente parlare di prodotti senza glutine ed è giusto che sia così, visto che a Imola i casi di celiachia sono aumentati del 115% in pochi anni.

E’ interessante scoprire cosa nasconde la spiga di grano barrata, il famoso marchio rosso che contrassegna i prodotti gluten free. La celiachia è un’intolleranza che colpisce molte persone: circa l’1% della popolazione imolese è intollerante al glutine. Ma facciamo un passo indietro, che cos’è la celiachia? Un’intolleranza permanente al glutine (proteina presente in alcuni cereali). Insorge più frequentemente in età infantile (314 anni) ed è più frequente nelle donne (ben 2 casi su 3 riguardano il sesso femminile). Trattandosi di una patologia autoimmune è possibile che la stessa predisposizione genetica possa favorire l’insorgenza di altre patologie autoimmuni. Tra le più frequenti ci sono: vitiligine (alterazione dei melanociti) e psoriasi (comparsa di macchie cutanee di colore rosso nelle zone di ginocchia e gomiti).

Cosa si intende con l’espressione ’gluten free’? Il termine gluten free si utilizza per indicare un prodotto alimentare privo di glutine, alimenti fatti appositamente per i celiaci. Purtroppo non tutti i ristoranti e pizzerie includono questa tipologia di prodotti nel loro menù, nonostante in questi ultimi periodi, gli alimenti per celiaci si siano diffusi, grazie anche alle persone non celiache che acquistano gluten – free.
I BUONI PER CELIACI
Il bonus consiste in una quota gratuita da spendere nell’alimentazione e nei prodotti privi di glutine. Lo stato riconosce ai soggetti con celiachia dei diritti: garanzia di pasti senza glutine ad opera della ristorazione collettiva (mense scolastiche, ospedaliere, socio-assistenziali e aziendali). Diritto a buoni spesa mensili per l’acquisto di prodotti senza glutine il cui valore varia in funzione del sesso e dell’età del cittadino. E’ un buono digitale, che viene rilasciato dal Sistema Sanitario Nazionale attraverso l’ASL. E’ necessario per acquistare alimenti adatti alle persone che sono intolleranti al glutine. L’obiettivo è garantire l’assistenza ad un’alimentazione migliore e più semplice.
In Emilia Romagna sono solo 3 i negozi dedicati all’alimentazione celiaca: uno di questi è La Bottega di Cecilia di Imola, alla cui proprietaria abbiamo fatto alcune domande.
Com’è nata l’idea di creare un negozio interamente gluten-free?
«Non mi piaceva l’idea che le persone celiache dovessero comprare i loro cibi in farmacia, vista la scarsità di negozi senza
glutine e la crescita notevole del fenomeno».
Come mai i cibi senza glutine hanno un costo maggiore?
«Dipende da molti fattori – afferma la negoziante – primo fra tutti la qualità dei prodotti, non paragonabili a quelli venduti nei supermercati. Bisogna considerare che la materia prima deve essere selezionata, certificata, ben lavorata, esclusa da ogni contaminazione: il costo di produzione è più alto».
Anche le persone non celiache frequentano il suo negozio?
«Certo! Soprattutto intolleranti al lattosio»
Una curiosità: è celiaca anche lei?
«No, non lo sono, ma ho assaggiato tanti prodotti senza glutine e li ho trovati ugualmente buoni»

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