ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Ferrara: una città da favola!

La I A ha avuto il privilegio di incontrare Alberto Lunghini, noto illustratore che ha rappresentato luoghi e tradizioni simbolo della città

FERRARALa I A ha avuto l’opportunità di intervistare un vero artista: Alberto Lunghini. Illustratore e tifoso della Spal, coltiva la passione della pittura sin da bambino, sperimenta diverse tecniche e oggi si dedica a libri per l’infanzia. Affascinati, gli abbiamo posto alcune domande.

Quando deve fare un disegno qual è la prima cosa a cui pensa? «Dovendo progettare libri, parto da uno storyboard, cioè una suddivisione degli spazi riservati ai disegni, poi faccio uno schizzo a matita, fino all’illustrazione a china ed acquerello, che viene scansionata e mandata in tipografia».

Qual è la sua meraviglia preferita di Ferrara? «Palazzo Schifanoia per il meraviglioso Salone dei Mesi, che è come un grande fumetto illustrato».

L’abilità nel disegno è una tradizione di famiglia? «No! È una passione nata fin da piccolo, coltivata alle scuole medie e all’Istituto d’arte; a casa ho coltivato il disegno anche con l’aiuto di un amico di famiglia pittore. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con fumettisti come Bonazzi, Mari e Zaghi per Bonelli. Ho sperimentato anche la decorazione della ceramica e oggi mi dedico all’illustrazione di libri per l’infanzia».

Come illustra l’infanzia? «Realizzo illustrazioni simpatiche e accattivanti per diffondere spensieratezza nei bambini, trasmettendo anche nozioni di storia come nella guida Ferrara kids».
Rielabora i suoi disegni con applicazioni digitali?
«Sono affezionato a matita e pennello, ma aperto alla tecnologia: a volte completo il disegno con la colorazione digitale».
Quali sono i colori che usa più spesso per Ferrara?
«Il colore del cotto del mattone in quanto, soprattutto al tramonto, i palazzi in cotto assumono colorazioni meravigliose».
Ha altri progetti legati alla città?
«Proseguirò il progetto con il Comune, realizzando un altro volume sulla città e la sua storia».
Quali sono i suoi consigli per un giovane che desidera diventare illustratore?
«È un percorso difficile ma la cosa principale è la tenacia. Bisogna studiare nelle scuole specializzate e trovare buoni maestri».
Ha mai pensato di prestare la matita per un libro sulla Shoah?
«Sì. Alla comunità ebraica ferrarese è già dedicata una pagina in ‘Ferrara kids’, ma mi piacerebbe approfondire questo tema».
Il suo sogno nel cassetto?
«llustrare per un grande editore la fiaba di Pinocchio».

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