ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

L’economia pennese passa dal bio

Crescono le aziende sul territorio che producono farine con grani antichi, lavanda, zafferano, apicoltura

La richiesta di alimenti bio è in aumento: dopo l’emergenza Covid tutti vogliono nutrirsi in maniera salutare. Nel comune di Pennabilli registriamo la presenza di iniziative produttive rispettose dell’ambiente e della biodiversità. Un paesano ha deciso di coltivare grani antichi. L’idea è nata dal ricordo di quando era bambino: il nonno seminava con metodi totalmente biologici e la nonna faceva pane in casa. Dal 2010 è arrivato a selezionare diverse varietà: Senatore Cappelli, Verna, Frassineto, Mentana e Rieti. Sono resistenti e non modificati geneticamente. Il grano raccolto viene macinato a pietra nel mulino ad acqua di Ponte Messa per mantenere tutte le sue qualità nutrizionali. La farina semintegrale di tipo 1 è ottima per produrre pane, pasta, biscotti, dolci, pizza e piadina.

Un’altra produzione locale è quella dello zafferano che viene trapiantato (non è un seme ma un bulbo) nei mesi di agosto e settembre. Il raccolto del fiore avviene in ottobre e novembre.

Si parte la mattina presto, quando il sole sorge e si raccolgono i fiori (ancora chiusi), poi si portano in laboratorio, si fa la ’mondatura’ con l’estrazione dei 3 pistilli seguita dall’essiccazione. Vie-ne poi conservato in vetro e fatto maturare poi imbustato e venduto. E’ una spezia ricca di vitamine e può essere usata per curare bronchiti e mal di testa. In cucina si può usare come condimento aromatico in diversi piatti.

Altra azienda locale è quella dove si produce lavanda, seminata nel podere di Valbona tra Macia-no e Pennabilli. Viene raccolta manualmente con sfalcio. L’impianto è nato nel 2019 e avrà una durata di circa 15-20 anni.

Dopo la raccolta il prodotto viene distillato, per ricavare olio essenziale utile in cosmetica (saponi, profumi…). Ha proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antibatteriche, cicatrizzanti e decongestionanti. Siccome questa coltura richiede molto lavoro manuale è necessario avere l’aiuto di amici e familiari.

Anche l’apicoltura è diventata una impresa per molte famiglie locali. Non facciamo l’errore di pensare solo al miele ma anche a propoli, pappa reale, melata, cera, veleno. Perché le produzioni possano dirsi biologiche, le famiglie di api devono essere collocate in zone dove, almeno in un raggio di 3 km, non ci siano coltivazioni intensive, trattamenti con pesticidi. Il miele italiano non arriva neanche lontanamente a soddisfare la richiesta interna. Basta guardare la provenienza e l’origine dei mieli al market e ricordarsi che, come diceva Einstein, «Se le api scomparissero dalla Terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita»” Mettiamo al bando i pesticidi.

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