ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

«Il cavallo è utile per curare tutti»

Un mondo magico esplorato dai ragazzi: «L’ippoterapia fa bene, effetti positivi per il corpo e lo spirito»

Parlando con il professor Vincenzo Fasoli, docente di sostegno nel nostro Istituto e attivo, in prima linea, nell’Asd «Cavalieri della Cittadella» di Ancona, abbiamo esplorato il meraviglioso mondo dei cavalli e delle loro infinite potenzialità. Il cavallo, come «dottore», è utile sia nei casi neuromotori che in quelli psichiatrici, ma anche per correggere la postura di bambini e adulti.

L’ippoterapia è il lavoro che compie l’uomo con un cavallo a scopo terapeutico; le attività non sono pensate soltanto per guarire, ma anche per migliorare il proprio stile di vita e per avere un legame più forte con l’animale e con la natura. Il tutto non si svolge in ambiente ospedaliero, ma in un contesto piacevole e stimolante, per facilitare e semplificare la seduta. I benefici possono essere quelli di sviluppare una maggiore concentrazione e memoria e di stimolare i sensi, soprattutto il tatto: questa terapia, infatti, è particolarmente indicata per le persone con un deficit sensoriale. In questa disciplina si lavora con l’equilibrio, la coordinazione e la consapevolezza motoria: per questo i cavalli sono validi aiutanti. La vicinanza con un cavallo può avere benefici affettivi, soprattutto per il legame che si instaura, e può sviluppare abilità di socializzazione.

Per i disabili, l’ippoterapia può essere considerata un vero e proprio sport: aumenta la tonicità della muscolatura e la coordinazione; inoltre, dopo la seduta, anche accudire il cavallo è parte integrante della terapia, in quanto permette al disabile un approccio costante con l’animale. Ci sono diverse fasi dell’ippoterapia: la prima è capire il cavallo e il suo ambiente, per avvicinarsi al mondo dell’equino; nel primo approccio il lavoro è da terra, in un secondo tempo il paziente acquisisce le prime tecniche equestri, attraverso le quali si stabilisce il vero e proprio rapporto con il cavallo. La fase successiva viene personalizzata per ogni singolo paziente: viene utilizzato il corpo (mani gambe e peso), seguendo le classiche regole dell’equitazione. L’attività può essere svolta individualmente o in gruppo (preferibile per la socializzazione della persona). Durante la terapia il paziente riceve una grande quantità di informazioni e stimolazioni, che però con il tempo il paziente impara a gestire. L’ippoterapia non lavora soltanto sul corpo, ma anche sulla nostra mente. Andare a cavallo fa bene. A tutti. Perché, dunque, non mandare i propri figli ad una prova di equitazione?

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