ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Spreco alimentare, facciamo la nostra parte

La pandemia che fatto registrare numeri da capogiro: in Unione Europea si buttano 88 milioni di tonnellate ogni anno

Per spreco alimentare si intende lo smaltimento, sotto forma di rifiuti, di cibo ancora commestibile. L’intera fase della catena alimentare è interessata da questo problema. Le conseguenze dello spreco alimentare sono tante, ad esempio, secondo gli ultimi dati Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, circa 690 milioni di persone nel mondo soffrono la fame e circa un terzo del cibo mondiale finisce nella spazzatura. Inoltre, lo spreco alimentare produce un danno al pianeta perché il cibo finisce nelle discariche, generando dei gas che alimentano l’effetto serra e favoriscono, quindi, il surriscaldamento climatico.

Possiamo dunque affermare che la nostra alimentazione ha un impatto negativo sul pianeta. Sprecare il cibo non è solo un fatto morale ma contribuisce anche all’esaurimento delle risorse naturali che risultano essere già di gran lunga limitate. Solo nei paesi dell’Unione Europea la cifra relativa allo spreco ammonta a 88 milioni di tonnellate all’anno con una perdita in euro di 143 miliardi. Questo atteggia-mento non favorisce certamente il perseguimento dell’obiettivo numero 2, ‘zero hunger’, dell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile.

Con l’inaspettato lockdown del 2020, dichiarato per contrastare il Covid19, solo in Italia gli acquisti alimentari superflui, dettati da un timore per un perdurare della chiusura totale, quindi il rischio di non poter quotidianamente acquistare cibo per il proprio nucleo familiare, hanno fatto registrare uno spreco di non poco conto, soprattutto se si pensa al fatto che, alla fine, le direttive politiche hanno lasciato aperta la possibilità di recarsi a fare la spesa.

Si aggiunga altresì l’impossibilità per le ong, durante il suddetto periodo, di non poter intervenire con le iniziative a sostegno della fame nel mondo (raccolta di alimenti da supermercati donati da tutti noi, e altro come vestiti, materiale didattico, ecc… ). Spesso, si getta il cibo anche solo per un difetto estetico, perché, in quanto destinato alla vendita (settore terziario), non è integro e perfetto, per un qualsivoglia motivo legato alla produzione. Ciò, ovviamente, avviene soprattutto nei paesi occidentali.

Si tratta, quindi, di un fenomeno che comprende sia i singoli individui, sia le grandi catene alimentari, come i supermercati. I singoli individui ogni giorno sprecano piccoli avanzi di cibo che, se sommati tra loro, ne formano una quantità importante e significativa. Si aggiungano pure i prodotti in scadenza che le catene alimentari sono costrette a gettare.

Bisognerebbe, dunque, definire delle regole per diminuire questo fenomeno. Tuttavia, una nota di merito la si può registrare relativamente alla tecnologia e nella fattispecie l’innovativa applicazione ‘Too good to go’ che consente di limitare lo spreco alimentare in quanto offre la possibilità di acquistare, a basso costo, cibo avanzato a certuni esercizi gastronomici.

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