ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Il (fantastico) presente di Julio Cortazar

Ecco le istruzioni per analizzare l’attualità attraverso lo sguardo dell’autore argentino, ispirazione per i piccoli reporter

Nel mondo, si sa, ci sono tante varietà di persone, ma le più comuni sono i Cronopios e i Famas, che con le loro azioni condizionano anche le stagioni, i comportamenti degli animali e quelli che non sono Cronopios e Famas, come le Speranze o le Nostalgie, che amano i fantasmi, e quindi cadono facilmente in preda alle suggestioni. I Cronopios sono omini paffuti, con il corpo a forma di cuore, famosi per essere molto disordinati e gentili con tutti. Passano le giornate ad aiutare chi è in difficoltà, e sorridono sempre. Quando passano loro, anche gli angoli più bui si illuminano, almeno fino a quando non inciampano sul marciapiede, o non rimangono per ore a tifare le Speranze mentre cantano. I Famas, invece, sono l’esatto contrario: un concentrato di noia e perfidia, anche se è sbagliato generalizzare, e non tutti i Famas sono così.

Qualcuno pensa che le due popolazioni siano divise sin dall’inizio dei tempi. Altri invece ritengono che in antichità vivessero in pace ed armonia, e che fosse molto difficile distinguere i Cronopios dai Famas, se non per il fatto che quando si arrabbia un Famas diventa bestiale, mentre un Cronopios, anche se si arrabbia, non si arrabbia mai veramente. Ma il fatto che Cronopios e Famas ad un certo punto abbiano perso la concordia è sicuro. Cominciarono a dividersi su ogni cosa. Cominciarono a dividersi addirittura sulla causa per cui avevano cominciato a dividersi: Brutus, il cane del sindaco dei Famas, che, stando alle cronache, un giorno era fuggito di casa per andare a vivere da Pacifica, la più gentile dei Cronopios.

Il sindaco, allora, non potendolo accettare, aveva fatto costruire un muro alto trenta metri per dividere le due parti della città.

In questo clima sorsero grandi tensioni. Le diversità aumentarono nel corso del tempo, e ad aggravare le cose ci pensò un Virus, che si insediò in un Cronopios, passato alla storia come Cronopios 0, anche se probabilmente era il Cronopios 100, mai Cronopios non sono molto bravi in matematica, quindi è facile confondersi. Al Virus però poco importava, e si moltiplicò in entrambe le parti della città, nonostante il muro. Lo stile di vita cambiò.

Passarono i mesi e la situazione non cambiava, se non con l’estate, quando il virus, stanco, finalmente andava in letargo a causa del sole, e il muro sembrava sul punto di cedere. Ma non appena il virus si ripresentava in autunno, la popolazione, stremata e confusa, riprendeva a dividersi: le Speranze mantenevano un ottimismo sorprendente, i Famas cominciavano a sospettare addirittura che il Virus non esistesse, mentre i Cronopios erano ancora molto timorosi e attenti a tutte le precauzioni, temendo che pure la loro ombra s’infettasse. Le Nostalgie preferivano rimpiangere la vita di prima, e spesso si lasciavano andare a pianti isterici. Lentamente Cronopios e Famas cominciarono a capire, anche grazie alle Speranze, che forse era ora di cambiare, e l’unico modo per superare la situazione era quello di interrompere le divergenze, di abbattere il muro e costruire assieme un nuovo mondo con gioia. Ma proprio all’alba di questo sogno, cominciò a spargersi la voce di una guerra al di là della frontiera, una guerra tra le guerre che questa volta sembrava la guerra delle guerre, per motivi oscuri. Secondo i Famas, questione di storia e territori.

Per i Cronopios nessun senso.

Si dividevano nuovamente in schieramenti contrapposti. Ma per fortuna, in questo caos, talvolta c’era ancora la possibilità di vedere alcuni Cronopios e Famas amici tra loro. Nonostante il Virus. Nonostante il muro. Nonostante la guerra. Nonostante tutto, c’erano ancora Cronopios e Famas che lottavano per la concordia, per ritrovare l’armonia perduta, perché si sa: in un mondo dove Cronopios e Famas non convivono e non si incontrano, non c’è più bellezza e il mondo diventa piatto e stanco. E questo le Nostalgie lo ripetono continuamente, con gli occhi lucidi, mentre le Speranze si ostinano sempre e comunque a credere che in fondo «andrà tutto bene».

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