ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Ciceroni per il Fai: un’emozione

Nell’ultimo fine settimana di marzo un centinaio di studenti dell’istituto impegnati nel Palazzo comunale

Sabato e domenica sono tornate le giornate di Primavera del Fai. A Osimo è stato possibile visitare il Palazzo Comunale con le speciali guide della scuola secondaria Leopardi di Borgo e Passatempo. Più di cento alunni si sono cimentati come ciceroni dopo una lunga e attenta preparazione, anche in abiti d’epoca, realizzati a mano dalla prof di Arte. Il percorso prevedeva varie tappe, da piazza del Comune a piazza Boccolino. In particolare, all’interno dell’atrio sono state spiegate le epigrafi, i bassorilievi di epoca romana, gli elementi medievali e rinascimentali, i pezzi d’artiglieria, varie palle in pietra, un carro militare della Prima Guerra Mondiale, una copia della bombarda «Misbaba» del ’400 denominato dagli osimani «CannÓ del Figo».

Il curioso nome deriva dal fatto che la prima volta che venne impiegato non raggiunse l’obiettivo, colpendo invece gli uomini che gli stavano attorno. Da qui l’espressione «ha fatto figo». Naturalmente tra gli elementi più significativi della visita vi sono state le «Statue senza testa»: 12 statue acefale in marmo e pietra calcarea poggianti su basi di uguale materiale, e realizzate in epoca romana, tra il I sec. a.C. e il II sec d.C. raffiguranti personaggi altolocati, quali Imperatori, matrone, magistrati, ecc.

Sembra che un tempo ornassero il Foro Romano, attuale piazza Boccolino. Diverse sono le letture date relativamente alla mancanza delle teste: c’è chi sostiene siano cadute nel corso di vicende belliche, come l’occupazione di Osimo da parte dei Goti nel 539 d.C; e chi pensa non siano mai state realizzate, essendo pratica delle botteghe romane realizzare i busti di statue per poi modellare il viso in un secondo momento, in base a chi fosse il destinatario.

Tuttavia, l’ipotesi più avvincente e attendibile è quella secondo la quale le teste furono tagliate come atto di sfregio verso la città da parte del generale milanese Giangiacomo Trivulzio il quale, nel 1487, per conto del Papa, riuscì a cacciare da Osimo il capitano di ventura Boccolino da Guzzone, eroe della famosa «Battaja del Porcu», che voleva diventare il signore di Osimo. L’impresa non andò a buon fine: Boccolino venne sconfitto e sembra che, come atto di sfregio, Trivulzio tagliò le teste alle statue portandole a Milano, dove ancora oggi si troverebbero. Da qui il curioso nome con cui vengono chiamati tutt’oggi gli osimani: «i senza testa». La scuola approfitta per ringraziare il Fai che continua a dare fiducia al nostro istituto da svariati anni.

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