ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria Sacro Cuore di Carpi (MO)

Insieme ai bambini ucraini sogniamo la pace

Gli studenti raccontano l’accoglienza nel cortile dell’oratorio Eden: «Sono in 42 fuggiti dalla guerra, comunichiamo in inglese»

Come sappiamo già tutti, in questo periodo in Ucraina vi è una situazione di guerra, per la quale molte persone, tra cui studenti, anche molto piccoli come quelli della scuola elementare, sono stati costretti a fuggire dalla loro terra natia, per evitare di far parte delle vittime della guerra di Putin.

Nella nostra scuola, grazie a un progetto che coinvolge tutte le scuole della città di Carpi e realizzato con la regie dell’Unione delle Terre d’Argine, ospitiamo alcuni di questi ragazzi, fuggiti da varie parti dell’Ucraina: dai 6 ai 15 anni, divisi in due sottogruppi, in modo tale da facilitare le attività.

Il primo gruppo, è formato da 19 studenti della scuola elementare, e il secondo, con 23 studenti delle medie, che in Ucraina, diversamente da quanto succede in Italia, finiscono a 15 anni. In tutto sono 42.

Questi ragazzi, di cui non sappiamo la storia, i gusti, nomi e i ricordi, sono arrivati la settimana scorsa nel cortile del nostro oratorio: l’Eden, che così è ancora più internazionale e accogliente.

Per ora, noi ragazzi della terza media non li vediamo spesso, tranne durante la ricreazione, quando scendiamo in cortile e giochiamo un po’. Però, siccome noi non conosciamo la loro lingua, e loro non sanno la nostra, possiamo comunicare solo in inglese.

Abbiamo notato che i più grandi parlano un inglese molto buono.

In generale ci sembra di cogliere che tutti i ragazzi ucraini abbiano voglia di incontrarsi e studiare insieme.

I ragazzi vanno in Oratorio dal mercoledì al venerdì, dalle 8.15 alle 13.00, per studiare e nel tempo libero giocare. Gli educatori fanno fare loro giochi come ruba bandiera, nascondino, strega comanda colore e tanti altri, ma in italiano, in modo che facciano una prima semplice alfabetizzazione.

A seguire questi ragazzi sono de-gli istruttori che parlano fluentemente la loro lingua e con i quali i ragazzi possono aiutarsi per interagire con noi.

Essi vengono aiutati anche da alcuni ’educatori’ madrelingua italiani e di lingua ucraina che li intrattengono e li fanno divertire, per fargli dimenticare quello che stanno passando nel loro paese natale.

Purtroppo siamo divisi, e per questo non possiamo parlare e giocare, tanto con loro. Però il nostro preside ci ha detto che avremo delle occasioni in cui potremmo fraternizzare con i nostri nuovi compagni, e, probabilmente, creare rapporti di amicizia, che potranno durare anche dopo la fine della guerra, che speriamo sia prossima.

Com’è normale che sia, non uniamo i gruppi, cioè, loro stanno con gli altri ragazzi ucraini, e noi, come loro, facciamo lo stesso, ma, anche se parliamo un’altra lingua, abbiamo storie diverse e veniamo da mondi distinti, ad una prima occhiata sembriamo ragazzi uguali, ragazzi che la mattina si svegliano e vanno a scuola, ragazzi con dei sogni e con delle ambizioni, con desideri e richieste, con difetti e pregi, con interessi e gusti; ma alla fine, non siamo tutti uguali con quei ragazzi? Certo che siamo come loro, anche se con storie diverse. Per questo sarà importante incontrarsi: insieme possiamo sognare un futuro di pace.

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