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Olimpiadi invernali tre le polemiche

L’Italia le ospiterà tra MIlano e Cortina e questa decisione ha fatto sollevare critiche anche dagli atleti

Si sono concluse da poco le Olimpiadi invernali di Pechino 2022, che, nonostante le rigorose regole della bolla per evitare il contagio da Covid tra gli atleti, hanno mantenuto quel senso di unione e divertimento per il quale vennero create. E durante la cerimonia di chiusura da mozzafiato allo stadio «Nido d’uccello», il testimone e la bandiera a cinque cerchi sono passati nelle mani dei sindaci Sala e Ghedina, a rappresentare le città di Milano e Cortina. Dopo l’approvazione del gran progetto ideato dal Coni, tutte le città incluse nel piano si stanno preparando con nuove infrastrutture per accogliere al meglio tutti gli sportivi e gli spettatori, mentre i simboli, dal logo all’inno, sono già stati scelti con sondaggi online, per lasciare agli italiani la possibilità di mettere del proprio. Un evento unico nella storia dei Giochi sia invernali che estivi, perché per la prima volta la competizione sarà sostenuta da due città co-organizzatrici: una grande novità con lo scopo di coinvolgere e promuovere più città, ma che ha alzato un gran polverone di critiche.

«A Milano-Cortina mancherà lo spirito olimpico, non credo ci sarò». E’ intervenuta così Federica Brignone ai microfoni della stampa, dopo l’oro e l’argento di sci alpino a Beijing. «A me piace lo spirito olimpico, ma così mi passa la voglia». Parole decise, ma che fanno capire come gli atleti possano vivere questa nuova tipologia di Giochi olimpionici. Infatti, i vari sport si svolgeranno in ben 12 sedi distanti, e le cerimonie stesse di apertura e chiusura avranno luogo differentemente (San Siro e Arena di Verona). Anche il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, durante la candidatura dell’Italia per le 25esime olimpiadi invernali, aveva spiegato il suo dissenso al nuovo progetto per l’organizzazione: «Non rispetta la carta olimpica, così ci offende». Da un po’ di edizioni, specialmente in quelle invernali, abbiamo visto località differenziate, a causa della ricerca di luoghi utili per i vari sport (come ad esempio le montagne), ma comunque alla minima distanza per poterlerenderepossibili.Nel2026, invece, si andranno a ricercare le migliori infrastrutture della zona, sacrificando un unico villaggio olimpico. Sarà dunque un nuovo esperimento ai Giochi, ma resteranno il tanto ricercato «spirito olimpico» e lo spettacolo? Lo scopriremo presto, al prossimo appuntamento delle Olimpiadi invernali.

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