ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

L’inclusione e la grande barriera dell’orgoglio

I ragazzi della terza F delle Valsalva riflettono sul valore del gruppo e sulle capacità di superare un certo tipo di comportamento

L’articolo 3 della nostra Costituzione sancisce l’uguaglianza dei cittadini senza distinzione di condizioni personali, mentre l’articolo 34 garantisce a tutti il diritto allo studio.

Come viviamo l’esperienza dell’inclusione in classe? Ce lo siamo chiesti dopo quasi tre anni insieme, con alti e bassi, specie dovuti alla pandemia che ha creato molte difficoltà per noi ragazzi, anche nei rapporti tra noi in classe tra l’essere a casa e partecipare a distanza e in aula, dove siamo comunque distanziati e seduti anche durante l’intervallo.

M. ha imparato che a volte non ci accorgiamo nemmeno quando escludiamo le persone, basta un gesto, un saluto o uno sguardo non ricambiato per far star male una persona. «Magari – dice – capiremo solo in futuro di aver sbagliato, magari quando capiterà a noi o magari solo vivendo, ma quando accadrà ci chiederemo perché abbiamo fatto vincere l’orgoglio invece di chiedere semplicemente ‘scusa’ o ‘non era mia intenzione’, invece di scherzarci sopra e far sentire l’altro come se fosse una persona diversa o strana».

«I miei anni alle Valsalva non so-no stati semplici, almeno i primi due – racconta A.– Credo si possa dire che non ero molto apprezzata, ma non capivo il motivo per cui ero stata presa di mira. Non ero ancora maturata completamente e perciò ero ancora abbastanza ingenua. Mi rendevo conto del fatto che potevo essere considerata ‘diversa’, i miei compagni non mi conoscevano ancora, ma non trovavo il senso della mia mancata inclusione nel gruppo che si era già formato. Quando dico diversa intendo che agli occhi dei più forti potessi sembrare debole. Intendo anche che forse mi volevo inserire nel gruppo in modo diverso da come lo facevano gli altri: ognuno ha una sua personalità, ognuno è diverso».

«Mi sentivo esclusa ma non ero sorpresa perché anche alle elementari venivo presa in giro. In prima la situazione era veramente catastrofica perché ero meno forte di come sono ora, poi i miei amici erano molto più cattivi, ma apprezzo il fatto che si siano sforzati tanto di essere delle persone migliori e di questo sono molto felice».

«Ci sono stati molti cambiamenti dalla fine della seconda fino a ora, non cambiamenti negativi, anzi molto positivi. Quando mi sono resa conto che non mi avrebbero più preso in giro, mi sono sentita molto sollevata e addirittura libera, perché non ero più prigioniera di questi comportamenti».

«Sono molto soddisfatta della situazione attuale. Tra noi compagni ora il clima è sereno e non sono più successe cose poco piacevoli, anzi siamo tutti collaborativi gli uni con gli altri e si sente più amicizia. Stiamo crescendo e dobbiamo anche imparare a dare il giusto peso agli avvenimenti».

«Tutto sommato, considerando che stiamo attraversando una pandemia, i rapporti tra noi compagni sarebbero potuti anche essere peggiori. Ora la mia classe mi piace proprio!».

E D. aggiunge che è importante socializzare anche con altri compagni e non solo con gli amici con cui stiamo di più.

Per L. i lavori di gruppo sono i mezzi migliori per conoscerci meglio, «in questi anni ne abbiamo fatti abbastanza, ma non tantissimi ovviamente a causa del Covid. Siamo una classe molto unita, cerchiamo di aiutarci a vicenda in ogni cosa e di consolare un compagno o una compagna che si aspettava di più magari in una verifica oppure in una interrogazione».

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