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«Non mi sono mai sentita discriminata»

Il tema della parità di genere, l’esperienza del sindaco Noemi Tartabini: «Mi è stato detto che essere donna è un valore aggiunto»

Noemi Tartabini è stata eletta sindaco il 26 maggio 2019. È la seconda donna a capo del comune di Potenza Picena, dopo Maria Gentilina Magi.

Tartabini, come riesce a gestire e portare a termine gli impegni familiari e amministrativi? «Diciamo che ci riesco, ma forse sapranno dirlo meglio i miei bambini quando, crescendo, mi diranno se sono riuscita a conciliare i due ruoli. Sono insegnante di scuola primaria, per ora ho deciso di accantonare questo lavoro per poter svolgere al meglio quello di sindaco, di mamma e di moglie. Non è facile, a volte è difficile lasciare fuori dalla porta ciò che comporta avere la responsabilità di sindaco come problemi e gratificazioni sociali, la mancanza di un orario lavorativo. Ricordo che il primo maggio 2019, non avendo nulla in calendario, avevo promesso a mio figlio che avremmo passato la giornata insieme, ma alle 9 mi hanno chiamata per un’emergenza e ho trascorso la giornata lavorando. In questi casi è difficile spiegare a un bimbo perché la mamma si è assentata, ma è pure giusto fargli comprendere l’importanza del ruolo che ricopre».

Quante donne ci sono nella sua giunta? «Io e l’assessore ai lavori pubblici Luisa Isidori. In consiglio comunale ci sono diverse donne».

Come mai? «Per una donna è più difficile perché non ci sono orari di entrata e di uscita dal lavoro, io sono fortunata perché mia madre fa la nonna a tempo pieno ed è un aiuto prezioso con i bimbi».

Per lei è stato più difficile diventare sindaco essendo una donna? Pensa che ci sia ancora un pregiudizio nei confronti delle donne nelle istituzioni? «Pregiudizio non credo, ma quando qualcuno ha visto che la candidata a sindaco era una donna e con il pancione in procinto di partorire, avrà pensato “come farà?” Visto come sono andate le elezioni, il risultato si è raggiunto. Non ho fatto molta maternità né prima né dopo il parto, ma nel breve periodo in cui sono mancata sono stata egregiamente sostituita».

Si è mai sentita discriminata o sminuita per il fatto di esser donna ? «Questa sensazione non l’ho mai percepita, anzi mi è capitato in alcune situazioni di sentir-mi dire che fosse un valore aggiunto, forse per la sensibilità femminile, per la propensione all’ascolto, per il senso di maternità (specie quando si lavora in ambiti sociali)».

Crede ci siano lavori prettamente maschili o femminili? Come esempio, l’uomo può fare il “casalingo”? «Mio marito non ce lo vedo (ride). Ci sono uomini più portati, altri meno, così come ci sono donne che svolgono lavori più fisici che prima erano considerati solo maschili. Credo che questo gap sia quasi superato».

Abbiamo fatto una ricerca sulle vie dedicate alle donne nel nostro Comune e ci siamo resi conto che sono molto poche: lei cosa ne pensa? «Condivido, non avevo mai fatto caso a questa questione vi ringrazio di averla posta alla nostra attenzione. Cercheremo di recuperare intitolando la nuova scuola primaria a un’importante figura femminile (Rita Levi Montalcini)».

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