ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

«Festività lontani da parenti e amici»

Il parere degli jesini raccolti lungo corso Matteotti: c’è chi l’ha presa con filosofia e chi guarda al futuro

Come è stato il Natale al tempo del Covid? Abbiamo fatto un’inchiesta intervistando i passanti di corso Matteotti di Jesi a dicembre. Il protagonista è ancora il virus con cui conviviamo da quasi 2 anni. Come è stato affrontata questa situazione? La gente ha messo al centro il problema o ha festeggiato come nulla fosse? Abbiamo chiesto: Sappiamo che il Natale significa famiglia, ma il virus ci ostacola, come si è organizzato e cosa pensa sia giusto fare?

Per Pietro Piantonelli «il cambiamento è stato notevole, perché ho due figli adolescenti e ho visto che anche loro hanno sofferto per questa situazione, risentendo molto del lockdown, che li ha costretti a passare le feste senza vedere gli amici. Per noi adulti è un po’ diverso perché stare a casa è una normalità, ma per loro no, perché amano stare anche con i coetanei, non solo con nonni e parenti». C’è chi pensato a chi ha sofferto di più. Andrea Campanelli: «Prima della pandemia si facevano grossi pranzi e cene con i parenti, adesso la cosa è molto più ristretta, però almeno nella mia famiglia la magia del Natale rimane uguale avendo tre figli piccoli. Forse il Natale è cambiato per chi è da solo e non vive con i propri cari e non può vederli o viaggiare per andare a trovare i parenti».

E qualcuno si preoccupava di tutte le feste. Gisberto Sibertoni: «Beh, secondo me è cambiato tanto perché comunque non possiamo andare in giro, dobbiamo osservare delle restrizioni e la cosa non fa piacere. Questa pandemia ci condiziona Natale, Capodanno, l’Epifania, e penso che ormai sarà tutto così, perché tanto in giro non ci possiamo andare più di tanto, bisogna stare con la mascherina. È pesante, ci vuole pazienza».

Per altri non cambiava nulla. Graziella Bruffa: «Per me è la stessa cosa, perché ho una mamma che ha 93 anni, perciò le vado a fare compagnia ogni Natale e non mi fermerà il Covid, anche perché devo assisterla». Per Francesco Togni «il cambiamento rispetto ai Natali del passato è che non si sta più insieme, quindi è tutto meno caloroso, non si può stare in più di tante persone quindi si sente anche all’interno della famiglia, ovviamente in modo negativo, quindi dobbiamo ancora lavorare tanto e impegnarci di più insieme affinché si risolta tutto». E c’è chi la pensa in modo positivo. Alessandro Chiodi: «Diciamo che il Natale con il Covid è stato diverso però abbiamo cercato di prendere il lato migliore stando in casa e godendoci la famiglia».

Alice Pasquinelli, Giorgia Malgarini, Chiara Rizzelli, Arianna Bezzeccheri e Giulia Brecciaroli

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