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Scopriamo la bellezza della cultura

La III B dialoga con Marcello Toffanello, curatore della Pinacoteca di Ferrara, per capire meglio il valore dell’arte oggi

Il 02/02 abbiamo avuto il privilegio di intervistare il dottor Toffanello, curatore della Pinacoteca di Ferrara, che ci ha dato preziosi spunti.

Oggi il mondo è schiavo di Internet: non pensa che l’arte possa diventare solo d’élite?
«Sì, c’è il rischio ma tali strumenti possono diventare nuovi modi di avvicinare le persone all’arte con visite virtuali e gaming».

‘Rientro di 3 opere ad inizio anno del Garofalo’. Perché non erano a Ferrara?
«Sono rientrate grazie all’iniziativa ‘100 opere tornano a casa’ lanciata dal MiC per valorizzare le opere conservate nei depositi dei musei. I tre Garofalo erano finiti a Galleria Borghese e a Brera a causa delle dispersioni di fine ‘500, quando Ferrara tornò sotto lo Stato Pontificio e del ‘700 con le spoliazioni napoleoniche. Saranno esposti a Palazzo Costabili, proprio nella sala decorata da Garofalo».

Lei ha lavorato al Metropolitan Museum: può dirci le differenze tra un museo estero e uno italiano?
«I musei esteri: più persone, più finanziamenti e più opere per diventare ‘musei universali’. Il punto di forza dei musei italiani: un legame più stretto con il territorio».

In che cosa consiste il lavoro del Direttore di una pinacoteca?
«Indica l’indirizzo da dare al museo, promuove e gestisce progetti; il curatore allestisce mostre, propone e realizza tali iniziative».

Lei ha sempre amato l’arte?
«Sì. Dopo il liceo, ho frequentato a Udine il corso universitario di Conservazione dei beni culturali. Dopo la specializzazione ho vinto il concorso per i Musei nazionali».

Pensa di dare spazio ai giovani artisti?
«Sì, la Pinacoteca collabora già con artisti come Mustafa Sabbagh e Simon Starling per realizzare opere ispirate a quelle antiche ferraresi».

La collezione della Pinacoteca ospiterà nuove opere?
«Sì anche se non è facile, a causa della maggiore disponibilità finanziaria dei competitors esteri; la Pinacoteca ha appena acquistato un’opera molto significativa da una collezione privata».

Qual è l’opera pittorica che le ha dato più emozioni?
«Direi Sant’Antonio da Padova di Cosmè Tura».

Perché l’educazione alla bellezza è importante per la scuola?
«In quanto per bellezza si deve intendere una sintesi di valori positivi; anche la violenza della storia, attraverso l’elaborazione dell’artista può spingerci ad una riflessione».

Quanto c’è di vero nella leggenda del diamante di Palazzo dei Diamanti?
«… il vero diamante è il Palazzo stesso, con le sue sfaccettature».

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