ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

«La violenza sulle donne calpesta i sentimenti»

In classe studenti e studentesse hanno riflettuto sul concetto di uguaglianza e sui tanti episodi di femminicidio

A scuola le parole della professoressa risuonano nelle nostre teste e svegliano emozioni inconsuete. Sono parole che conoscevamo già, ma il sentimento che proviamo è nuovo. L’insegnante inizia con la lettura dell’articolo 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…..» Inizia la discussione e parliamo di uguaglianza. A volte però le parole troppo usate perdono il loro significato profondo.

Cosa significa infatti “uguaglianza“? Ci può essere uguaglianza dove c’è violenza di genere? E perché dove dovrebbe esserci amore capita che prenda il sopravvento la violenza? Perché i dati dicono che sono sempre di più le donne vittime di violenza? E ancora, in quanti modi e in quante forme si manifestano comportamenti violenti? Perché, nonostante la legge dica a chiare lettere che tutti siamo uguali senza distinzioni, le donne devono sostenere forme svariate di violenza, economica, psicologica, sessuale e fisica? Abbiamo cercato di capire, con gli strumenti cha abbiamo, le motivazioni di questo assurdo fenomeno e da noi sono scaturite queste riflessioni: «A me dà fastidio quando sento l’espressione “la mia donna“ perché mica si possiede un essere umano? Si possiede un oggetto»; «So che mi innamorerò e che proverò amore per qualcuno ma non voglio sbagliarmi, come si fa?». «La violenza sulle donne è una cosa indecente perché calpesta i sentimenti». «Un uomo che ti dice come vestirti, che controlla il tuo telefono, che minimizza i tuoi problemi facendo sembrare i suoi irrisolvibili, che ti fa dubitare di te stessa e che ti fa sentire in colpa non è un uomo ma un essere spregevole». «Ancora c’è chi è fisso con l’idea che la donna deve fare figli e che è meglio che non si metta in testa di fare carriera o diventare importante nell’ambito lavorativo». «A me se un uomo dice la frase “Tu non puoi“ scappo». «Chi offende una donna per sentirsi uomo ha fatto il primo passo per smettere di esserlo». «Gli uomini fanno violenza sulle donne perché sentono che sono più “avanzate“ e questo li spaventa». «Le donne vengono uccise dal loro finto amore, ma un amore che limita l’altro che amore è?» «Da maschio voglio fare un appello alle donne: siate forti e tenaci e fate in modo che non si debba più festeggiare questo giorno».

Abbiamo discusso tanto, ci siamo soffermati a riflettere su alcune frasi che comunemente vengono dette ma che sottendono la precisa idea della donna inferiore, superficiale, remissiva e compiacente. Luoghi comuni che però non fanno più sorridere «Donna al volante pericolo costante», «Chi dice donna dice danno», «Donna baffuta sempre piaciuta».

A conclusione delle nostre discussioni abbiamo fissato le nostre riflessioni su un cartellone, testimonianza della nostra volontà di condannare ogni forma di violenza e di sopruso nei con-fronti di chi, ingiustamente, esercita la propria libertà. Giornate come queste ci spingono a ricordare diritti che ancora non sono stati acquisiti, a riflettere su ciò che ancora non riusciamo a conquistare. Noi, che non siamo ancora donne, ma che abbiamo dentro di noi sogni e desideri ci auguriamo che tutti possano amare senza possedere e senza prevaricare nel rispetto dovuto verso ogni persona.

La III A

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