ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

«Il teatro ci può salvare». Parola del Gallo

La storia di Alessandro, 36 anni, scrittore e attore napoletano proveniente da una famiglia camorrista. Ora lavora in percorsi sulla legalità

Abbiamo avuto la possibilità di incontrare Alessandro Gallo, scrittore e attore teatrale nato a Napoli nel 1986 da una famiglia camorrista. Ora vive a Bologna e lavora in percorsi sulla legalità e sulla mafia, collaborando con diverse associazioni scolastiche. «La legalità è uno strumento per sensibilizzare i giovani, perché credo che abbiano bisogno di sapere come sia il mondo – racconta –. Spesso quello che accade nel mio paese, a Napoli, rimane lì, intrappolato in una ’gabbia’, come se la mafia fosse intrisa nella mente delle persone; ormai è quasi una tradizione che gli abitanti della città si aspettano di vedere. Spesso ci si avvicina alla mafia da giovani, lo Stato non interviene, per cui c’è la convinzione che la mafia lo sostituisca, dando lavoro e sicurezza. A volte – aggiunge – si pensa che la mafia assolva il suo compito anche meglio dello Stato ed è per questo motivo che i giovani sono spinti, anche per ammirazione, ad avvicinarsi alla mafia».

Lui che ha scelto la scrittura come denuncia, in quanto «arma potentissima, perché mi permetteva di essere guardato con occhi diversi: per quello che sono e non per quello che avrei dovuto essere. Perché, quando ero adolescente, bastava un cenno e tutte le porte si sarebbero aperte al mio cognome. Però non ho mai odiato la mia famiglia, l’ho comunque sempre considerata amorevole anche se mia cugina, che si faceva chiamare Nikita, è diventata la prima donna camorrista della storia e mio padre era in attività coi mafiosi del mio quartiere. Spesso mi considero un ’fuggitivo’ da una vita troppo stretta che non condividevo, perciò sì: sono caduto nel circolo della ’grande gabbia’, diventando io stesso una vittima. Ma grazie al teatro e all’impegno di una professoressa che voleva assolutamente salvare tutti noi ragazzi, mi sono spinto a cercare dell’altro, oltre il mio quartiere, oltre la città».

«Di difficoltà ce ne sono state, ma alla fine ne sono sempre uscito vincitore – conclude Alessandro Gallo –, anche quando tutto sembrava irrealizzabile e lontano, alla fine avevo la certezza che qualcosa di grande lo avrei fatto. Per mia cugina, per mio padre e per tutta quella gente che non ha la forza di udire, di parlare e di vedere».

Classe 3B: A. Aquilano, A. Brunetti, J. Chen, S. Di Giovanni, V. Dragà, E. Ferrari, M. Galletti, G. Giordani, G. Greco, F. Gurrieri, M. Mignani, M. Nanetti, P. Negrini, G. Partisani, E. Pensabene, T. Rutigliano, V.M. Scarfini, N. Schincaglia, S. Serra, G. Stagni, L. Valente, F. Vecchi, A. Ye, A. Zambonelli, A. Zani, A. Zheng. Prof.ssa: Silvia Querciagrossa.

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