ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

La memoria e il presente con l’immigrazione

La Seconda Guerra Mondiale ci ricorda morti, torture e deportazioni. Le persone nel mondo continuano a dover scappare

È da poco passata la giornata della memoria, il giorno per eccellenza per ricordare e tramandare la storia di milioni di persone vittime della seconda Guerra Mondiale e delle sue torture. Ricordiamo la deportazione degli ebrei e la loro morte insieme a quella di tanti altri innocenti, i civili coinvolti e chi è stato strappato dalla propria famiglia. Una moltitudine di persone è stata costretta a fuggire dal suo paese natale con la speranza di non essere deportata per qualche inconcepibile motivo. Persino un membro della mia famiglia ha deciso di rifugiarsi all’estero negli anni ‘40, nel pieno della guerra, in Somalia per la precisione; uno dei tanti italiani che ha scelto di rifugiarsi all’estero, una migrazione forzata, se così vogliamo dire.

La paura per le persecuzioni, le leggi razziali e disastri di vario tipo ti costringono in un certo senso a transitare da un luogo all’altro per proteggere l’incolumità dei propri cari. Le migrazioni forzate al tempo di guerra erano una cosa normale, ma vanno differenziate dalle deportazioni. Comunque, in entrambi i casi, la paura era enorme, le persone si spostavano di paese in paese continuamente, speranzose, ma con il costante incubo dei soldati nemici che bussavano alle loro porte. Non solo con la seconda Guerra Mondiale accadeva questo, ma anche durante le attuali guerre, svariate persone scelgono di spostarsi, di fuggire da quello che hanno sempre ritenuto casa. Si stima che una persona su cento ricorre alla migrazione forzata. L’Italia è un paese con un alto tasso di immigrazione.

Il problema di questo «fenomeno» è che non tutti gli immigrati arrivano sani e salvi a destinazione, in molti non arrivano affatto. Papa Francesco ha detto: «I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti».

Bruna Ricci
(scuola media di Villa Pigna II A)

Votazioni CHIUSE
Voti: 1

Pagina in concorso