ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

L’importanza di parlare in modo inclusivo

Intervista a Vera Gheno, sociolinguista: «Lingua in continua evoluzione, il cambiamento parte da noi non dalle accademie»

La lingua italiana evolve in continuazione perché il cambiamento è nella natura di tutte le lingue. Abbiamo contattato e intervistato Vera Gheno, una sociolinguista italiana, per farle delle domande su come la lingua cambia per adattarsi al meglio ai suoi parlanti. Vera è stata molto gentile, ha risposto con cura a tutte le nostre domande e di questo la ringraziamo molto.

In cosa consiste il suo lavoro?
«Non è una professione vera e propria, ma è una competenza che si applica quando serve, per esempio io mi occupo di comunicazione, spiegare alle aziende come comunicare e molte altre cose. Quindi possiamo dire che mi occupo di convincere le persone di quanto sia importante usare bene le parole. Le parole sono importanti perché ci servono dal punto di vista sociale, cognitivo, servono per relazionarsi… La sociolinguistica si occupa di come le persone si relazionano tra loro tramite la lingua». Da piccola avrebbe mai pensato di fare il lavoro che fa adesso? «In realtà no, all’inizio volevo fare la muratrice perchè mi piaceva l’idea di costruire cose, poi per un lungo periodo della mia vita ho voluto fare la botanica, infatti ho studiato la disciplina».

Qual è il primo libro che ha scritto?
«Il primo libro che ho scritto si intitola ’Guida all’italiano scritto’. All’inizio non pensavo di scrivere libri, ma una mia ex studentessa che ha seguito un laboratorio di italiano all’università di Firenze e che lavorava come editor in una casa editrice, mi ha convinta a scrivere una guida agile alla scrittura in ambito professionale. Le mie perplessità sono state solo iniziali, il libro ha avuto successo e ha venduto quasi 10000 copie».

Nella lingua italiana non c’è parità di genere, anche solo per indicare un gruppo di persone sia maschi sia femmine si usa il maschile, quali sono delle possibili soluzioni nell’orale?
«Dobbiamo distinguere tra soluzioni che sono interne alla grammatica italiana e quelle sperimentali. Si può raddoppiare scrivendo ’tutti e tutte’, oppure si cercano soluzioni alternative ad esempio al posto di ’studenti’ possiamo dire ’classe’. Diverso invece il discorso se ci si vuole riferire a persone non binarie, genderfluid e tutte le altre persone che non si definiscono maschio o femmina. Ci sono soluzioni per lo scritto e per l’orale, ma sono sperimentali. La -u (ragazzu) o lo shwa. Lo shwa rappresenta l’assenza di suono e viene rappresentata da questo simbolo:∂».

Le persone con una mentalità più chiusa, apprezzerebbero questi cambiamenti?
«Se ci sono persone che si trovano già bene con il maschile sovraesteso io non ci posso fare molto. In particolare penso che noi non possiamo cambiare la mentalità di queste persone, perché hanno la libertà di scegliere quello che ritengono più giusto per se stess∂. Quindi se si vogliono utilizzare termini più inclusivi, siamo noi che dobbiamo iniziare ad usare un linguaggio più aperto a tutt∂».

Lei cosa ne pensa delle polemiche in Francia riguardo all’inserimento di un nuovo pronome neutro, più inclusivo?
«Sinceramente a noi non ce ne deve importare più di tanto, ovviamente le accademie linguistiche francesi sono importanti per la loro lingua e possono registrare e studiare i cambiamenti, ma quelli che cambiano realmente le cose, siamo noi. Non sono le accademie a modificare il modo di parlare delle persone».

Cosa ne pensa del fatto che nuove parole non italiane continuino ad aggiungersi al nostro vocabolario?
«L’italiano è sempre stata una lingua che comprende parole o simboli diversi, per esempio i numeri arabi, quindi è normale che si aggiungano nuovi termini, che possono essere anche stranieri al nostro vocabolario. Pensate a quanti termini giapponesi avete imparato, come tutti i nomi di cibo giapponese e anche termini di manga; anche l’utilizzo dei social media ha provocato un’accelerazione della diffusione di questi termini».

Federica Lucchi, Elena Filippi, Elisa Loschi classe 2^G
Scuola ’G. Fassi’ di Carpi

Votazioni CHIUSE
Voti: 1

Pagina in concorso