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Gli studenti scrivono al presidente Mattarella

La lettera dopo l’elezione al Quirinale: «Dalla mobilità dei giovani in Europa alla maggior tutela delle donne, ecco cosa servirebbe»

Egregio Presidente, anzitutto vorremmo ringraziarla per essere il punto di riferimento di tutta la nazione, in un periodo tanto complicato come quello in cui siamo costretti a vivere oramai da circa due anni. Per questo siamo state contente della sua rielezione e vorremmo cogliere l’occasione del nuovo insediamento al Quirinale per avanzarle alcune idee che, a nostro avviso, potrebbero aiutare i giovani a riscoprire la voglia di uscire, incontrarsi, mettersi in gioco dopo le sofferenze della pandemia.

L’Italia, purtroppo, troppo spesso è un Paese che costringe i talenti più promettenti tra laureati, scienziati e ricercatori alla fuga all’estero, per mancanza di spazio e opportunità: crediamo, invece, che quella di fare esperienze fuori dai confini nazionali debba essere una scelta libera e consapevole, una grande occasione di crescita personale e professionale che dovrebbe essere sostenuta dallo Stato. Per questo vorremmo chiedere di fare pressione sui governanti affinché incentivino la disponibilità di case e residenze di Comuni italiani da mettere a disposizione dei giovani di altri Paesi in modo da essere, poi, anche noi ospitati all’estero.

È vero, esiste già il programma Erasmus+, ma sono necessari altri nuovi strumenti per promuovere la mobilità dei giovani in Europa. Uno di questi potrebbe essere favorire con dei contributi la creazione di case d’arte, per studenti e per giovani. Molte città, infatti, hanno spesso immobili sfitti con alti costi di gestione/manutenzione: se 50 anni fa i Comuni organizzavano le «colonie» per i giovani, la nuova esigenza di oggi è quella di acquisire esperienza internazionale a costi inferiori.

In secondo luogo, vorremmo suggerirle un’azione decisa per esigere, dal legislatore, maggior tutela delle donne che spesso si ritrovano ad essere l’oggetto di situazioni indesiderate perché«uomini» che usano in modo illecito la propria forza e la propria autorità le costringono con minacce a subire atti sessuali. Come da lei recentemente affermato, l’unica via percorribile per tentare di arginare queste violenze è educare al rispetto e alla parità.

Avrà insomma compreso, Presidente, che il Covid ci ha tenute per troppo tempo chiuse in casa, ha stravolto le nostre quotidianità, allontanato i nostri affetti, e ora che le cose sembrano andare meglio abbiamo voglia di riprenderci tutto quello che ci appartiene, senza paure o tentennamenti, con la forza del nostro entusiasmo e del nostro coraggio. Si, perché per essere giovani in questa società, ci vuole coraggio, e se la politica intende davvero fare qualcosa per noi, smetta di avere toni paternalistici e ci lasci, semplicemente, spazio. Confidiamo nella Sua voce potente per cambiare finalmente le cose.

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