ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Gli studenti a confronto con gli esuli

La storia di Marisa Brugna nella sua autobiografia: «Qualcuno dice che la fortuna sia un fatto di geografia»

Marisa Brugna, esule bambina, racconta da adulta, nel romanzo autobiografico ‘Memoria negata’ che abbiamo letto in classe, della vita nei centri di raccolta profughi: «Quando i bambini piangevano, era una disperazione; ti straziavano il cuore». A noi non importano, dopo di più di 70 anni, le ragioni per cui quel ‘reo tempo’ vide l’esodo di quegli Italiani. Il silenzio a volte è meglio di tante parole: ma non si può accettare quello dovuto a paura, interesse o ignoranza.

L’addio ai monti di Anna Maria, come di tanti altri bambini italiani del confine orientale, è stato meno poetico di quello della Luciamanzoniana.Soprattuttonon prevedeva il lieto fine del ritorno a casa. La sua casa è diventataun’altra.Aovestdell’Adriatico. La sua casa è diventata di altri. Quella a est del mare. Semplicemente, alcune persone italiane ebbero la colpadi essere nate in un’Italia che a un certo punto non era più tale.

Qualcuno dice che la fortuna sia un fatto di geografia: il nord e il sud del mondo. Ma anche il confine orientale e il resto dell’Italia. La geografia è una materia difficile, che non si può studiare senza la storia, perché anche le cartine geografichecambiano. «Né più mai toccherò le sacre sponde / ove il mio corpo fanciulletto giacque». A differenza di Foscolo, gli esuli a casa ci possono tornare, da turisti. Esiste una geografia del cuore: quella dei profughi italiani, cui nessun Cacciaguida aveva profetizzato come a Dante, l’italianissimo padre degli esuli,l’amaro destino per cui avrebbero dovuto lasciare «ogne cosa diletta più caramente». Gli esuli patirono sulla pelle propria e dei figli le scelte della politica, che non rispetta l’autodeterminazione dei popoli, né i diritti umani.

Neppure quelli dei bambini, i più vulnerabili, i più inconsapevoli. Che sanno sorridere anche nella tragedia, perché la fantasia dei bambini è capace di tramutare le paludi in laghetti cristallini. Nelle pagine di Brugna, abbiamo colto i diritti negati ai bambini esuli: «Un bambino, pur nel dolore, riesce anche a ridere, perché sa trasformare una tragedia in avventura, un futuro buio in tanti momenti stimolanti da scoprire, il niente in qualcosa da conquistare attimo per attimo«. Ma le esperienze vissute segnarono infanzie che avrebbero dovuto essere spensierate, diritto che a quei bambini nessuno ha garantito, se non il buon senso e la generosità di pochi giusti. Com’è possibile studiare la storia antica delle regioni mediterranee, e non conoscere tutta la storia italiana del secolo scorso?

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