ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

L’unico antidoto all’indifferenza: la memoria

Il 27 gennaio ricorda ai posteri l’olocausto e la circostanza che tra le vittime deportate nei campi c’erano anche molti ebrei italiani

Ventisette gennaio: giornata Internazionale della Memoria. In questa giornata si ricorda lo sterminio di più di 6 milioni di ebrei, e di tutte quelle persone che per colpa della loro religione e cultura, da un giorno all’altro, sono stati costretti ad abbandonare la loro vita quotidiana, la scuola e il lavoro.

In Italia furono in molti ad essere deportati. Molti ebrei italiani però furono salvati dalla deportazioni da persone dall’animo nobile, che rischiarono la loro vita per proteggerne un’altra. È il caso della famiglia Colzi di Firenze, che nel 1943 salvarono l’allora bambino David Cassuto. Oggi Cassuto è un professore universitario di architettura all’Università di Gerusalemme. Ma nel 1943 era solo un bambino di sei anni, che rischiava di essere deportato nei campi di concentramento. La famiglia Colzi si prese carico del piccolo David fino alla fine della guerra. Il padre, Nathan Cassuto, invece non fualtrettanto fortunato: fu accusato di aiutare ebrei e, essendolo anche lui, venne deportato nel campo di Auschwitz dove morì durante la ‘Marcia della Morte’.

È merito di persone come i Colzi se molti ebrei sono sopravvissuti alla Shoah.

Un altro di questi eroi è Gino Bar-tali che, su consiglio del Cardinale di Firenze, portava in bicicletta documenti falsi da Firenze al convento di San Francesco ad Assisi, nascondendoli nel telaio della sua bici. Per questo fu investito, nel 2013, della carica di «Giusto fra le Nazioni».

Altra personalità deportata ne-gli anni della guerra è Liliana Segre, che fu trasferita nel 1943 nel campo di Auschwitz. Lei sopravvisse miracolosamente alla Shoah grazie ad una serie di fortunate coincidenze. Oggi la Segre è senatrice a vita e importante testimonianza per tutti noi, per far sì che cose del generenon accadano più.

Persone come la Segre sono una preziosa testimonianza di ciò che è accaduto e che non dovrà più accadere. Bisogna ricordare perché, quando queste testimonianze non ci saranno più, la loro memoria non dovrà andare mai perduta. È grazie a quelle persone che hanno vissuto gli orrori della Shoah, che abbiamo capito che questo terribile fatto sia successo veramente e per far sì che non accadano più cose simili.

Negli anni della Shoah, i più grandi nemici degli ebrei non furono soltanto i nazisti, ma coloro che assistevano alla violenza restando indifferenti. L’indifferenza è una cosa che deve essere sradicata. Come una volta disse Liliana Segre: «L’unico vaccino contro l’indifferenza è la Memoria».

Il monito di coloro che hanno vissuto può essere riassunto in una frase di Primo Levi: «Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi: ripetetele ai vostri figli».

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