ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Perché le eroine non si salvano mai da sole?

Gli alunni della 3ªB di Santa Sofia si interrogano sulla parità di genere. Parola alle vicende quotidiane vissute dalle nonne

Eccoci qui, febbraio 2022, un periodo difficile per tutti. In questi tempi ci sono molti problemi a carattere ‘mondiale’ che preoccupano, come il Covid e il riscaldamento globale.

Sono molto importanti, ci mancherebbe, è solo che in Italia non si prendono realmente per mano, e passano in secondo piano, temi altrettanto importanti come la parità di genere e dunque il riconoscimento pieno dei diritti delle donne.

Qualche tempo fa, abbiamo letto una fiaba in classe in cui la protagonista era una principessa debole e fragile in attesa del principe azzurro forte e coraggioso che la salvasse dalla torre in cui era rinchiusa. A fine lettura ci siamo soffermati sui personaggi costruendo delle connessioni con altre storie a noi note. Ad esempio Biancaneve, La Bella addormentata nel bosco, Raperonzolo, Ceneren-tola. In quasi tutte le fiabe di una volta il principe è rappresentato come l’eroe della situazione.

Noi non ci avevamo mai fatto caso prima. Perché non può essere la principessa a salvarsi da sola, a decidere il suo destino ed essere l’eroina della storia? La donna viene sottovalutata, mentre è stimato e considerato forte l’uomo. Non solo nelle fiabe, ma anche nella vita reale. La donna è associata alla casalinga e alla persona che deve fare ‘i lavori meno pesanti’, come ad esempio stare in casa, badare alla famiglia e ai bambini, cucinare e occuparsi delle faccende domestiche.

Curiosi di capirne di più, ci siamo chiesti come fosse la situazione delle donne negli anni Sessanta, ovvero quando erano giovani le nostre nonne. Così, ne abbiamo intervistate alcune.La nonna di Giulio, in quegli anni era una ventenne, gli ha raccontato che non poteva uscire sola non essendo sposata. Nel caso fosse uscita, anche solo per delle commissioni in paese, tutti l’avrebbero reputata ‘strana’, derisa, dicendole che avrebbe fatto meglio a tornare a casa perché ‘pericoloso’.

La nonna della nostra compagna Martina, invece, le ha raccontato un episodio avvenuto al mare quando era una ragazza. Un giorno era con una sua amica in spiaggia e indossava dei pantaloncini. A quei tempi le donne portavano sempre gonne e vestiti, mai i pantaloni.

Visto che nessuno li metteva, subito la mamma della sua amica andò a dire in paese che lei vestiva in maniera scandalosa perché andava in giro con dei pantaloncini che mostravano ‘troppo’.

Infine, la nonna di Giulia le ha detto che la maggior parte delle ragazze rimaneva a casa ad aiutare le madri nei lavori domestici, mentre i ragazzi andavano con i padri a lavorare nei campi, aiutandoli con il raccolto, perché si credeva che la fi-gura maschile avesse moltapiù forza di quella femminile. Infatti, le donne non potevano entrare nel campo militare e nemmeno fare le poliziotte.

Oggi, nella vita di tutti i giorni, non ci soffermiamo a pensarci e notarli, ma gli stereotipi verso le donne sono dappertutto: da programmi televisivi a film e pubblicità, da battute e commenti a discorsi che si fanno tra amici. Come abbiamo visto, sono presenti persino nelle fiabe della tradizione che conosciamo quasi a memoria.

Ma cos’è uno stereotipo? Scendiamo nel dettaglio: il vocabolario Treccani recita così: «opinione precostituita, generalizzata e semplicistica, che non si fonda cioè sulla valutazione personale dei singoli casi ma si ripete meccanicamente, su persone o avvenimenti e situazioni».

Nel 2019, l’Istat ha diffuso alcuni dati riguardanti i più comuni stereotipi di genere di donne e uomini in Italia. Si può vedere come il 31,5% delle persone intervistate pensa che «gli uom ni sono meno adatti ad occuparsi delle faccende domestiche»; inoltre, il 23,9% pensa che «le donne possono provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestir»; il 16,1% sostiene che «in condizione di scarsità di lavoro, i datori di lavoro dovrebbero dare la precedenza agli uomini rispetto alle donne».
Questi stereotipi di genere mostrano come non sia poi troppo distante il pensiero attuale da quella che era la realtà vissuta dalle nostre nonne. Ognuno di noi dovrebbe riconoscere quando si trova davanti a uno stereotipo per non diffonderlo ulteriormente. In classe abbiamo quindi imparato che solo n eliminando questi preconcetti si potrà mirare a una parità di genere, libera, finalmente, da pregiudizi.

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