ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Francesco Conti: «Mondiali e Olimpiadi, ci credo»

L’ottocentista imolese punta al ritorno in Nazionale in vista dei Campionati del Mondo indoor di Belgrado, ma Parigi 2024 sarebbe un coronamento di carriera

Al Meeting nazionale di Ancona, tenutosi a fine gennaio, ha centrato il nuovo record imolese sugli 800 indoor, battendo al fotofinish l’olimpionico Simone Barontini: in generale, nel panorama italiano, non accadeva dal 2010 di avere due atleti capaci discenderesottoilmurodell’1’48’’ nel quadruplo giro al chiuso. Il movimento dell’atletica azzurra, dopo i trionfi di Tokyo, si conferma dunque in grande crescita. Risultati, obiettivi, sogni: Francesco Conti, forte mezzofondista classe ‘95 in forza all’Atletica Imola Sacmi Avis, ci ha raccontato il suo momento, con un occhio di riguardo per l’imminente futuro.

Buongiorno Francesco. Com’è stato possibile ottenere un risultato come quello di Ancona? «Quest’inverno ho avuto la possibilità di allenarmi in luoghi caldi, come Tenerife e Siracusa, dove le condizioni per lavorare sono state ottimali tanto per il clima quanto per le strutture presenti sul posto. Tutto ciò ha sicuramente influito in maniera positiva sulla mia preparazione, che è stata migliore di quanto generalmente avviene durante il periodo invernale. Sono soddisfatto del risultato ottenuto, ma c’è ancora da lavorare».

Obiettivi e sogni, del resto, non possono che essere ambiziosi…

«Sogni e obiettivi tendono a coincidere: spero di centrare il minimo per i Campionati mondiali indoor (che si terranno dal18 al 20 marzo a Belgrado, in Serbia, ndr). Per riuscirci dovrei migliorare il tempo fatto registrare sugli 800 ad Ancona di circa un secondo: non scontato, ma nemmeno impossibile.

Ho ancora diverse gare a disposizione per provarci. Olimpiadi? Sarebbe il coronamento della mia carriera di atleta, ci spero pur essendo consapevole che sarà molto difficile. Avrò un paio d’anni per ridurre di circa un secondo e mezzo il mio perso-nal best sugli 800 (che ad oggi è 1:46.87, ndr). Credo sia ancora presto per stabilire quanto questo traguardo possa essere concreto, ma la corrente stagione agonistica potrebbe essere decisiva in tal senso».

A proposito di Nazionale, cosa significa indossare l’azzurro? «Quella maglia rappresenta un grandissimo onore, pensarci nei momenti più difficili aiuta a non mollare mai. Purtroppo è da diverso tempo che non la indosso, ma la speranza di riuscirci nuovamente è per me un ulteriore stimolo in ottica qualificazione ai Campionati mondiali indoor: ci sto lavorando duramente. Proprio alla Nazionale è legato il ricordo della mia gara più emozionante: si trattava di un triangolare under 23 con Francia e Germania, andato in scena nel 2016 ad Halle (in terra tedesca, ndr), sui 400 metri indoor.

Lo vinsi bissando il successo dell’anno prima, quando lo stesso triangolare si era tenuto in Italia, ma confermare la vittoria fu ancora più entusiasmante della prima volta».

Lei ha iniziato atletica quandoera in prima media, dunque quando aveva circa la nostra età: cosa direbbe a dei ragazzini come noi che volessero avvicinarsi a questo sport? «Direi loro che si tratta di uno sport molto stimolante, che regala emozioni indimenticabili, ma soprattutto capace di creare legami indissolubili, che possono durare tutta la vita. Personalmente sto ancora portando avanti amicizie nate con alcuni ragazzi con cui correvo quando ero piccolo, inoltre ho avuto la possibilità di conoscere persone da svariate parti d’Italia, il che è un’opportunità bellissima. L’atletica fa crescere tanto, regalando sempre sfide da affrontare contro se stessi».

Votazioni CHIUSE
Voti: 1

Pagina in concorso