Giovani e tecnologia, pericolo o aiuto?
Per i ragazzi l’unica possibilità per continuare a coltivare rapporti sociali è ricaduta nel mondo virtuale. Ma c’è un lato negativo
Dall’inizio della pandemia mondiale, la tecnologia si è molto diffusa tra i ragazzi attraverso l’oggetto tanto amato, ovvero lo smartphone, strumento ideato principalmente per chiamare, messaggiare e connettersi alla rete. Questo strumento ormai indispensabile, tuttavia, viene utilizzato anche per entrare sui social network come Instagram, Twitter e la nuova applicazione Tik Tok, la quale è letteralmente esplosa durante l’imperversare del Covid-19. Come ben sappiamo, durante questo difficile periodo sanitario, le restrizioni hanno impedito ai ragazzi e non solo, di uscire e di ritrovarsi con coetanei e amici; l’unica alternativa per continuare a coltivare rapporti sociali è ricaduta nel mondo virtuale, attraverso la pianificazione di videochiamate e l’invio di messaggi o audio.
Questo nuovo tipo di esperienza ha trovato applicazione non solo durante il tempo libero, ma anche in ambito scolastico: infatti sia nei mesi di reclusione in dad sia tutt’oggi a scuola lezioni e molti compiti vengono veicolati da classi virtuali obbligando gli studenti ad usare ulteriormente cellulari o pc. I suddetti social network sono diventati un’importantissima cassa di risonanza per condividere la pro-pria quotidianità e le proprie esperienze: stiamo letteralmente parlando di mondi paralleli, dove ognuno possiede esattamente una propria identità come nella vita reale. Postando video e foto, commentando sotto ai contenuti con la propria opinione o pensiero, si interagisce con altri utenti oppure, la condivisione avviene facendo persino dirette (streaming/live) dove si può mostrare, in tempo reale, cosa si stia facendo in quell’esatto momento. Negli ultimi anni, i ragazzi hanno utilizzato questi nuovi strumenti digitali soprattutto per ’chattare’ tra di loro oppure per rimanere in contatto con i propri familiari. Sicuramente, i social network si sono tramutati in veri e propri palliativi per distrarsi dalle continue notizie negative e vivere con più leggerezza alcuni momenti delle proprie giornate.
In base a un sondaggio, da noi sottoposto, abbiamo ricavato vari dati con lo scopo di capire quali siano le applicazioni più sfruttate e i risultati sono evidenti: Whatsapp (60,9%), Tik tok (50,7%), Instagram (47,8%), Youtube (46,4%). C’è da dire che la maggior parte dei ragazzi ha risposto che si trova a suo agio su queste app e le usa soprattutto per socializzare e intrattenersi, senza aver riscontrato particolari esperienze negative, anzi la maggior parte trova lo spazio per esprimersi e creare una propria identità. Qual è il lato negativo della medaglia? Lo sviluppo di dipendenze e patologie di vario genere fino anche alla depressione. Dai dati ricavati, addirittura più del 33% rimane connesso per oltre 5 ore al giorno.
Non è difficile fare i conti: tra le ore a scuola e quelle passate sui social rimane ben poco tempo per altre attività, siamo sicuri che questi ragazzi si stiano perdendo esperienze formative importanti oltre lo schermo? Ci sono davvero queste proposte?.