ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Storia e arte dentro e fuori il Tempio

Gita alternativa al Duomo Malatestiano: si visita e poi lo si disegna come i grandi letterati di fine ’700

Alla scoperta del Tempio Malatestiano di Rimini. Guidati dal professore di arte e immagine, Alessandro La Motta, dopo aver inquadrato in classe il periodo storico, abbiamo partecipato a una visita guidata del monumento. Una volta conclusa la visita abbiamo anche avuto l’onore di sederci sul sagrato esterno e dai gradini di dipingere in diretta la facciata del Tempio.

Perché secondo lei professore è importante guardare l’arte in questo modo? «L’uscita didattica è un punto fondamentale nel lavoro didattico del programma di seconda media, perché inserisce il Tempio Malatestiano nel contesto storico-artistico e al contempo lo si disegna come facevano i viaggiatori del Grand Tour, artisti e letterati che dalla fine del Settecento e per buona parte del XIX secolo dipingevano sui loro quaderni i paesaggi che at-traversavano. In quel tempo il viaggio in Italia era considerato dall’élite europea come un necessario rito di passaggio, di iniziazione alla cultura e alla bellezza, che partiva dalle Alpi fino a giungere alla punta estrema della Sicilia. Erano frequenti i soggiorni nelle grandi città: Venezia, Firenze, Roma e Napoli, ma anche Rimini».
Ci può spiegare l’importanza di un approccio esperienziale al Tempio Malatestiano?
«L’aspetto storico-artistico, con un lavoro coordinato con la prof di storia, ci consente di inquadrare il periodo dell’Umanesimo, lo sviluppo delle signorie e in particolare la figura di Sigismondo Malatesta nella sua crescita di influenza attraverso l’attività di ’soldato di ventura’ e di dominio e alleanze in un territorio geografico ben più ampio di quello riminese, nel campo dei rapporti tra il Papato e le regioni sotto la protezione dell’Imperatore. La guida al Tempio ci consente di approfondire la figura di Sigismondo Pandolfo come collettore alla sua corte di artisti e architetti, poeti e filosofi. Osservando la facciata, dalla dedicazione del Tempio e dall’anno di costruzione cogliamo le prime indicazioni sull’avventura umana di Sigismondo e sul suo dominio sulla città; le proporzioni albertiane inoltre, riprendendo e armonizzando in altissime geometrie le forme classiche delle costruzioni romane dell’Arco d’Augusto e del ponte di Tiberio, segneranno la storia dell’arte ben oltre il territorio, diventando universalmente il simbolo dell’armonia rinascimentale. Questo approccio esperienziale consente ai ragazzi di avvicinarsi alla disciplina artistica non come una materia spesso
non compresa, bensì come una conoscenza accessibile e mostrata nel contesto storico e culturale proprio a partire dalla vostra città, dal vostro meraviglioso patrimonio territoriale».

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