ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Gli adolescenti e il mito della popolarità

Come sono cambiati i sogni dei giovani con l’avvento dei social network. Il desiderio di ottenere l’approvazione degli altri

FERRARA Cos’è il mito della popolarità? La definizione migliore forse è il costante bisogno di farsi notare dagli altri e possibilmente ottenere in qualche modo la loro approvazione. L’uomo è un animale sociale per cui si può presupporre che il desiderio di farsi accettare e trovare un proprio ruolo nel gruppo sia un fenomeno molto antico. I nostri docenti raccontano che anche ai loro tempi molti sognavano di diventare campioni di calcio, o rock stars acclamate dal pubblico. Ci siamo chiesti dunque se e come sia cambiato questo desiderio di emergere ai giorni nostri con l’avvento dei social. Di certo si assiste ad un allargamento del gruppo, della platea alla quale chiunque voglia acquisire fama si deve rivolgere.

Prima dei social una persona comune poteva pensare di essere conosciuta nella sua scuola, al massimo nel suo quartiere. L’allargamento apparente di questo tipo di socialità però, prevede che il numero di persone alle quali interessano le nostre cose sia molto elevato. Molti di noi pensano infatti che senza un paio di migliaia di followers si sia di fatto un po’ esclusi dal gruppo. Un nostro compagno in passato ha riassunto questo concetto in una frase: «Senza almeno tremila followers al giorno d’oggi non sei nessuno». Quest’idea, piuttosto diffusa, spiega in qualche modo la voglia di emergere di tutti quei ragazzi e quelle ragazze che non hanno da esibire su internet un bel fisico, un successo sportivo, un’eccellenza in qualche campo di cui andare fieri. Assistiamo ogni giorno, dunque, ad un’iperproduzione di post che riguardano la vita quotidiana, anche a scapi-to della propria privacy e quella altrui pur di attirare l’attenzione. Molti ragazzi e ragazze dedicano parte del loro tempo a preparare ciò che pubblicheranno su internet e verificano in modo ossessivo i cosiddetti ‘like’ ottenuti fino ad arrivare a vere e proprie forme di dipendenza. Qualcuno ha dato il nome a questa sindrome chiamandola ‘Fame di like’, un fenomeno al quale comincia ad essere legata l’autostima di molti ragazzi e ragazze e che induce in alcuni casi all’iperconnessione e all’isolamento dalla socialità reale al quale i Giapponesi hanno dato il nome di Hikikomori.

Un altro fenomeno a nostro avviso strettamente legato alla fame di like è quello delle sfide estreme; si è diffusa infatti la produzione di selfie scattati in zone pericolose e di vere e proprie sfide che inducono ad azioni al limite dell’autolesionismo.

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