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«Il ricordo di don Pasquino non morirà mai»

La terza G dell’Aosta ha assistito allo spettacolo dedicato al prete che salvò i partigiani, prima di essere fucilato dai nazifascisti

Don Pasquino: non ti dimenticheremo. Il 27 gennaio scorso in occasione della giornata della memoria, Teatro Cavallerizza è andato in scena lo spettacolo «Don Pasquino», ispirato alla vita di don Pasquino Borghi. Nove-Teatro, che ha prodotto lo spettacolo, ha voluto coinvolgere per la rappresentazione una classe di studenti di scuola secondaria e ha scelto noi: la III G dell’Aosta di Reggio Emilia.

E’ stata una esperienza bellissima ed entusiasmante. Si racconta in diversi quadri e attraverso fonti storiche e documenti di archivio la storia di don Pasquino Borghi, che, già parroco di Tapignola, fu fucilato il 30 gennaio 1944 per la scelta coraggiosa di nascondere decine di partigiani o disertori che si opponevano ai nazifascisti, protagonisti di un periodo storico molto particolare che non deve ripetersi mai più.Questo spettacolo è stato importante, significativo e istruttivo, per diversi aspetti. Innanzitutto ci ha aperto la mente per farvi entrare i valori e la storia di un protagonista della storia del nostro antifascismo. Don Pasquino è degno di essere ricordato e omaggiato perché grazie al suo coraggio e al suo sacrificio ha salvato i combattenti delle nostre terre; ci ha così aiutato a capire l’importanza della scelta della carità verso il prossimo e la difficoltà di vivere in quel momento storico. Niente di meglio per una giornata della memoria. E’ stata anche per noi l’occasione di stare insieme, attraverso la magia del teatro, capace di fare emozionare da sempre.

Da due anni non sperimentavamo occasioni come questa; abbiamo incontrato il regista più volte, abbiamo cenato insieme e ci siamo sentiti un gruppo con uno scopo importante, grandioso, non semplicemente una classe. Infine lo spettacolo ci ha aperto gli occhi su una realtà per molti sconosciuta: il mondo del teatro che non è solo l’esibirsi in pubblico ma pure saper gestire le proprie emozioni per raccontare ed emozionare, come ci ha insegnato il bravo protagonista Ettore. Recitare ci è servito molto per superare ansie, disagio, paura di salire sul palcoscenico non da spettatori ma da piccoli interpreti.

Bellissimo conoscere attori, musicisti (una band rock, i Mad Max) e un vero regista, il bravissimo Gabriele Tesauri, che ci ha fatto sempre sentire a nostro agio. Elettrizzante è stato utilizzare costumi di scena, apparire e scomparire dietro le quinte.

Abbiamo recitato con la consapevolezza di rievocare quei fatti dinnanzi a parenti dei caduti e questo ci ha aiutati a mantenere un tono di serietà, di delicatezza e solennità. Per noi è stato un onore e un piacere. Il coraggio di Pasquino ci ha accompagnato durante la rappresentazione ma siamo certi che il suo esempio ci guiderà nelle nostre decisioni più importanti.

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