ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Imparare dai nostri disturbi

Dislessia, discalculia ma anche disortografia e disgrafia: viaggio nei problemi di apprendimento

Lei ha i capelli biondi, tu hai gli occhi neri, lui ha i piedi piatti e io un Dsa. L’acronimo Dsa significa ‘Disturbi specifici dell’apprendimento’. Coinvolgono una specifica padronanza di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Non si può guarire da questi disturbi perché non dipendono da deficit intellettivi, non sono associati a patologie neurologiche e sensoriali, non sono causati da problemi psicologici o ambientali. Hanno un’origine costituzionale, una base neurobiologica, connessa forse ai meccanismi di apprendimento legati alla memoria inconsapevole. In sostanza il disturbo specifico di apprendimento è un modo differente di imparare. L’apprendimento avviene nel cervello che è formato da due emisferi diversi: abbiamo un cervello artista (il destro) e uno ingegnere (il sinistro). Chi ha Dsa ha l’emisfero artista più sviluppato di quello in gegnere: recepisce meglio le informazioni per immagini, video, disegni e colori, rispetto alle pagine di libri scritte in bianco e nero, alla lettura, alla scrittura e alla ripetizione. «Non c’è peggiore ingiustizia del dare cose uguali a persone che uguali non sono» ci ricorda don Milani.

Ci sono vari tipi di Dsa: dislessia (disturbo nella lettura), disortografia (disturbo nella scrittura), disgrafia (disturbo nell’abilità grafo-motoria), discalculia (disturbo nelle abilità di numero e di calcolo). La psicologa americana Ania Siwek ha spiegato cosa vuol dire avere un Dsa con una metafora semplice e efficace: il cervello è come l’insieme di tante strade in cui le informazioni scorrono e vanno a parcheggiarsi nei tanti garage presenti. Quello per le parole, per i numeri, per i nomi degli animali e delle cose ecc. Ogni volta che si impara una cosa nuova, una macchina la trasporta nel garage giusto per custodirla e andrà a riprenderla quando servirà. Le auto vanno veloci, ma su certe strade rallentano per le file e le informazioni vengono assimilate e recuperate con più difficoltà. Basterebbe avere una moto per superare le code e arrivare a destinazione in fretta e con facilità. Perciò, una volta scoperto il mezzo di trasporto più adatto e trovate le strade meno trafficate, ognuno può raggiungere i propri obiettivi, che sia in auto sulla strada principale o in moto passando su strade fuori città.

Riportiamo i dati statistici riferiti all’anno scolastico 2020-2021 pubblicati dal Ministero dell’Istruzione, ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna.

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