ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Due diverse generazioni messe a confronto

Dal loro dialogo emerge l’importanza degli anziani e dei giovani. I primi lasciano il posto ai secondi in un simbolico passaggio del testimone

«Non ci sono più i giovani di una volta!» ma sarà vero? Alma Ghillini, una nonna di 70 anni e Giuseppe De Cuio, di 16 anni, si confrontano.

La vostra giornata tipo durante la scuola. Ieri e oggi.

Alma: «Dopo la scuola, fatti i compiti, ci si trovava tra amici in cortile per giocare, ma se avevi un fratellino più piccolo era tuo compito badare a lui, perché i genitori dovevano lavorare nei campi. In casa mia non c’erano distrazioni come la tv, ma solo una piccola radio in cucina». Giuseppe: «Nel periodo scolastico gran parte della giornata è dedicata ai compiti, ma anche in questi momenti, grazie al cellulare, non smettiamo di rimanere in contatto coi nostri amici, poi riusciamo ad organizzarci per fare qualche passeggiata o praticare un po’ di sport.

Un tempo i luoghi e le possibilità di incontro erano limitate alla parrocchia o al parco». Il rapporto con i genitori.

Alma: «Molto chiuso. Ai miei tempi si portava rispetto e quando i genitori dicevano una cosa, quella si faceva. Ai miei ho dato del ‘voi’ fino a 18 anni». Giuseppe: «Molto aperto, si comunica costantemente anche attraverso i social».

L’educazione scolastica. Alma: «Io venivo da un paesino di montagna, c’era solo una scuola. C’erano due classi miste con due maestri e per la merenda del mattino ci davano latte e cioccolato. Mi piaceva molto andare a scuola». Giuseppe: «Una volta era un luogo in cui la socialità era il fulcro di tutto e gli insegnanti un prolungamento dell’educazione genitoriale. Oggi gli insegnanti vengono spesso messi in discussione».

La vostra idea sui giovani.

Alma: «I giovani sono il nostro futuro e hanno molte più possibilità e strumenti di quelle che avevo io, di studiare e di realizzare i propri sogni». Giuseppe: «Penso che gli anziani abbiano costruito con sacrifici e dedizione il mondo che oggi ci appartiene, a volte combattendo anche per i diritti che oggi ci sembrano normali quindi sarà nostro compito rendere questo mondo migliore per le generazioni future, come loro hanno fatto per noi».

Tante sono le differenze: abitudini, modi di vivere e di comunicare, l’istruzione, il rispetto delle regole, i rapporti sociali e le relazioni con i genitori. Entrambi però concordano sull’importanza e il valore degli anziani e dei giovani: i primi perché hanno contribuito a creare il mondo attuale con molti sacrifici e rinunce, i secondi perché rappresentano il futuro dell’umanità.

E’ quasi una sorta di staffetta in cui gli anziani passano il testimone ai giovani che, grazie alla loro velocità e freschezza, lo porteranno fino al traguardo realizzando i loro obiettivi, ma con la consapevolezza che si è trattato di un gioco di squadra. I giovani di una volta non ci sono più, i giovani di oggi sono sicuramente diversi, ma corrono la loro ‘frazione’ perché alle loro spalle qualcuno li ha lanciati verso il traguardo.

Emma Ferretti, Christian De Cuio, Agata Borghi III B

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