ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Libere costituenti, le conquiste delle donne

Da Lina Merlin a Tina Anselmi e Nilde Iotti, esempi importanti da seguire fino alla giovanissima Bebe Vio e a Samantha Cristoforetti

A ottobre 2021 abbiamo partecipato al progetto ‘Libere costituenti’, promosso dall’associazione Pereira, per ricordare i 75 anni della Repubblica, ma anche la prima volta in cui hanno votato le donne in Italia, il 2 giugno 1946. Il titolo del progetto è molto chiaro e significativo: le donne sono state finalmente “libere” di votare e alcune di loro hanno contribuito alla stesura della nostra Costituzione, le madri “costituenti”. Lo scopo era quello di farci capire il lungo cammino delle donne per arrivare a traguardi e ruoli che fino a quel momento erano stati solo per gli uomini.

Le due esperte che sono venute in classe sono partite dal fascismo quando l’unico ruolo riconosciuto alla donna era quello di procreare e accudire i figli; all’uomo era riconosciuta invece la “patria potestà” all’interno della famiglia, quindi la sua superiorità. Il diritto di voto, riconosciuto alle donne nel ’46, ha rappresentato un traguardo importantissimo per loro, considerate finalmente “cittadine” al pari degli uomini. A partire da quel-la data e fino ai giorni nostri, le donne hanno raggiunto altre importanti conquiste, anche se molto lentamente: tra queste il diritto al divorzio nel 1970; la regolamentazione dell’aborto nel 1978; l’abolizione del delitto d’onore nel 1981; il reato di violenza sessuale nel 1996; il reato di stalking nel 2009 e infine quello di femminicidio nel 2013.

Siamo rimasti molto stupiti quando abbiamo appreso queste date, perché eravamo con-vinti che alcuni di quei reati fossero stati aboliti molto tempo prima, come l’abolizione del delitto d’onore (l’onore fino a quel momento era considerato un’attenuante nei “femminicidi”) e il reato di femminicidio, neanche dieci anni fa.

Durante l’incontro poi ci si è soffermati sul ruolo che alcune donne hanno avuto nella stesura della Costituzione: dell’Assemblea Costituente del’46 fecero parte 21 donne (su 556membri), di cui solo 5 contribuirono a redigere la Costituzione.

Un nome importante fu quello di Lina Merlin, prima donna a essere eletta al Senato nel 1946; ma soprattutto va ricordata per la tenacia con cui si batté, all’interno della Commissione, per far aggiungere nell’articolo 3 della Costituzione la dicitura “senza distinzioni di sesso”; inizialmente infatti gli altri membri non volevano scriverlo, ritenendolo scontato, ma la Merlin non si arrese e quella frase, con cui voleva sottolineare proprio la piena parità di diritti tra uomini e donne, fu inserita. Un’altra donna che ebbe un ruolo significativo nella vita politica italiana fu Tina Anselmi, per essere stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro: del Lavoro nel 1976 e della Sanità nel 1978. Fu tra l’altro tra i primi firmatari della legge per l’istituzione del servizio sanitario nazionale. Infine abbiamo ricordato Nilde Iotti, una delle 21 donne della Costituente; fu la prima donna presidente della Camera dei Deputati, incarico che detenne per quasi 13 anni e per ben tre legislature. Oggi l’eredità lasciata da queste grandi donne è stata raccolta da altre: Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e simbolo di dignità, resistenza e memoria, senatrice a vita dal 2018; Bebe Vio, campionessa mondiale paraolimpica di scherma e simbolo di coraggio e forza interiore; Samantha Cristoforetti, prima astronauta donna italiana a effettuare un volo spaziale. Oggi molti progressi sono stati raggiunti, tuttavia molte donne subiscono ancora discriminazioni e sono sottomesse agli uomini, soprattutto nei paesi poveri, ma anche in quelli sviluppati, dove permangono diseguaglianze soprattutto in ambito sociale ed economico. Questo ci ricorda che abbiamo ancora molta strada da fare.

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