ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

In cammino per le religioni di Castelfranco

In sella alle nostre biciclette abbiamo esplorato i luoghi di culto della cittadina. La sorpresa: qui uno dei 40 templi Sikh italiani

Chi l’avrebbe mai detto? Castelfranco Emilia, pur non essendo una metropoli, racchiude al suo interno tanti luoghi dedicati al culto di varie religioni. A scuola, nelle aule, passeggiando per i corridoi, entrando e uscendo dai bagni, si possono incontrare ragazze con il velo, ragazzi con un turbante che avvolge i capelli e osservare tanti diversi modi con cui ciascuno di noi è legato alla propria fede. Fuori da scuola giovani scout che vendono biscotti, mani tatuate con pigmenti naturali, donne velate con mille gradazioni di colore, vere icone della fede in cui credono e che professano! Spinte dalla curiosità abbiamo deciso di imbracciare le nostre bici e andare alla scoperta delle comunità religiose della nostra città e dei loro luoghi di culto. Il nostro ’cammino di fede’ è partito dal centro della città, che storicamente è legato al simbolo per eccellenza della religione cristiana: il campanile. Pedalando ci siamo trovate davanti a un manifesto colorato che indicava l’esistenza di un Tempio Sikh nella nostra città. Incredibile: uno dei quaranta templi sikh in tutta Italia è proprio a Castelfranco Emilia. L’abbiamo visitato di sabato, il loro giorno sacro: molti fedeli si stavano preparando per l’evento che si svolgerà il dieci aprile nella nostra città e a cui parteciperanno migliaia di indiani da tutta Italia con canti e vestiti colorati. Una festa che, proprio come la religione sikh, si apre e si offre alla comunità. Neanche il tempo di girare la bici e abbiamo notato che, proprio di fronte al tempio, quella che può apparire a un primo sguardo come una casa privata, in realtà è la Sala del Regno dei Testimoni di Geova. Ci ha davvero sorpreso che nello spazio di una giravolta si raccolgano due delle più importanti minoranze religiose castelfranchesi. Il nostro percorso prosegue: con uno schiocco di dita siamo tornate verso il centro dove è presente un’altra sede religiosa: la moschea.

L’edificio non assomiglia alle moschee che vediamo in tv, ma l’importante è che ci sia. All’ingresso abbiamo incontrato Jameel: tunica grigia, indossata proprio per la preghiera. Scambiando qualche chiacchiera con lui abbiamo scoperto che il due aprile i musulmani inizieranno il Ramadan, un periodo di sacrificio che consiste nel non mangiare dall’alba al tramonto per ventinove giorni, al termine del quale è prevista una grande festa. Jameel ci ha poi spiegato che se fossimo passate di venerdì, avremmo sentito tantissime voci in coro che pregano Allah.

Il sole cala, inizia a fare freddo: è il momento di rientrare a casa.

Sulla strada, ripensiamo a tutta la ricchezza culturale di Castelfranco e ci immaginiamo la città come una conchiglia che racchiude tante preziose perle.

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