ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

«Ecco perché il greco antico gasa»

Una lingua affascinante che nasconde tante curiosità e regala tante sfaccettature nell’uso delle parole

E’ una lingua morta, non serve a niente, non capisco cosa tu ci trovi.

Più di una volta capita di sentire gente affermare che lingue come il greco e il latino siano morte e inutili, che studiarle non frutterà niente nella vita. Ma allora, se il greco è così privo di utilità, non sorge il dubbio sul perché, a distanza di millenni, centinaia di persone, tra cui anche ragazzini, per dovere o per diletto, lo studiano? Le risposte che posso dare al quesito sono personali, ma forse, condivise, potranno far aprire gli occhi a chi ha sempre rifiutato in anticipo di guardare al passato, e comprendere come quell’antichità e la sua bellezza celata non siano così distanti da noi, ma anzi, che forse sono più tangibili adesso di quanto lo fossero allora. Già dalla prima media, quando studiai per la prima volta i poemi omerici, rimasi incantata da quei versi, e da come ogni singolo dettaglio fosse curato e avesse un senso. Però ciò che mi fece davvero innamorare del greco fu quando la mia professoressa decise di farci una lezione sull’eros. Per i greci questa parola rappresentava quell’attrazione e quell’istinto incontrollabile nei confronti di qualcuno o di qualcosa, e mentre lei parlava di ciò, accennò anche all’agape e alla filia.

I tre termini si potrebbero tradurre con una sola parola: amore. Allora perché i greci si sono dovuti complicare la vita, inventandosi più termini per un unico concetto? Perchè questo non è un unico concetto: l’eros, l’agape e la filia sono sfaccettature della parola ora tanto banalizzata. L’agape è il tipo di amore più puro che esista, incondizionato, e la filia è l’affetto che si prova verso un amico o un coniuge. Io ho imparato a non usare il verbo «amare» a sproposito, come invece milioni di persone, continuano a fare. Sentire questi concetti uscire dalla mia professoressa mi hanno lasciata incantata, e lì mi sono resa conto di quanto davvero sia affascinante e abbia senso il greco.

Detto ciò, chiunque potrebbe dire: ‘Sì ma con questo? Dove la trovi l’utilità pratica del greco?’ Vi può salvare in molte occasioni: per le verifiche vi potete scrivere i bigliettini e comunicare con gli altri usando l’alfabeto greco, e così anche se vengono intercettati, nessuno sarà mai a conoscenza del contenuto. Fidatevi che funziona. E poi volete privarvi del gusto di entrare in un museo e riuscire a leggere quello che è scritto in greco sui quadri o sulle sculture mentre tutti vi guardano sconvolti come se foste delle divinità scese in terra?

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