ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Rocca San Casciano e il fascino della ’lentezza’

Messa da parte la vita frenetica resta il piacere di osservare il borgo con occhi nuovi, ripercorrendo la sua storia

Messa da parte la vita frenetica della quotidianità e passeggiando con calma a Rocca San Casciano, abbiamo osservato il nostro paese con occhi nuovi. Abbiamo così avuto modo di riflettere sul fatto che è davvero speciale, ricco di tante storie, risorse e possibilità. Dominato dal Castellaccio, la cui costruzione risale intorno all’anno Mille, il paese è rinomato nel circondario forlivese per la festa del Falò, che ogni anno attira tantissimi turisti, che vengono ad ammirare i carri, le sfilate organizzate a tema dai rioni del Borgo e del Mercato e i pagliai, che bruciando danno vita ad un immenso falò. Rocca, però, non è solo questo: è un paese interessante, perché coniuga aspetti culturali, artistici e naturalistici davvero significativi.

Camminando per le stradine si possono notare tante edicole con le piccole statue della Madonna, a cui noi rocchigiani siamo particolarmente devoti, soprattutto dal 1661, anno in cui il paese fu quasi interamente distrutto da un forte sisma.

Tra pochi giorni, il 22 marzo, si celebrerà, infatti, la festa della Madonna del Voto, e in questa occasione, muovendoci in processione dalla Chiesa del Suffragio verso la Chiesa della Madonna delle Lacrime, tutti rinnoveremo il voto alla Madonna, affinché ci protegga da calamità e sventure.

Una grande statua della Madonna Addolorata domina la piazza Garibaldi in cui si possono osservare i palazzi con gli stemmi delle famiglie più importanti di Rocca e anche quelli dei due rioni: il Mercato e il Borgo, il primo caratterizzato dai colori bianco e rosso e dalla lettera ’M’ con tre torri, posta su un montone, il secondo caratterizzato dai colori rosso e blu con un montone e la scritta in romagnolo Fat en là. Facendo una sosta sotto la torre, nella piazza Garibaldi, si può entrare in quella che un tempo era la bottega del ciabattino Sgalì, ancora ricca di materiali e dei suoi strumenti di lavoro.

Qui si ha la sensazione che il tempo si sia fermato anche se è scandito dai rintocchi delle campane. E si viene catapultati così nel passato, nella storia del nostro borgo che, fermandoci ad osservarlo, ci rendiamo ancora più conto di quanto sia affascinante.

È nella piazza che si svolgono tutti gli eventi più allegri del paese, come ad esempio quello della Festa del Falò, mentre quelli più prettamente culturali trovano spazio nel Teatro la cui apertura ufficiale avvenne nel 1934 con l’opera lirica Don Pasquale di G Donizetti. nella Chiesa dei Frati Francescani, ubicata vicino al Comune e nella Biblioteca dei Frati.

Quest’ultima è un piccolo gioiello: è una sala in cui ci sono libri di un valore inestimabile: duecentine, seicentine e tante altre opere rare e interessanti. È una biblioteca che si è arricchita nel corso del tempo dei libri del vescovo Caetani e del fondo Ravaglioli. Proprio qui accanto al Ricovero per anziani c’è il parco di Rocca, il ’Bosco’, l’antico orto del Frati, dove noi ragazzi trascorriamo alcune ore delle nostre giornate.

Nel fine settimana, invece, attraverso il percorso della Margherita, il 431B, uno dei nostri sentieri preferiti, raggiungiamo San Donnino, per ammirare l’antica abbazia benedettina del 1200 circa, dedicata al santo che fu martirizzato nel terzo secolo a.c. e lo stupendo panorama.

Rocca racconta anche uno spaccato di storia del Novecento, ne è un esempio la Chiesa dei Caduti, realizzata in onore dei caduti della Prima Guerra mondiale. Il nostro tour continua davanti alla facciata della chiesa sono poste due lapidi: una di marmo per ricordare tutti i caduti, l’altra di bronzo per ricordare solo i caduti di Rocca.

Quando andiamo a Forlì, invece, percorrendo la via che si estende sul ponte costruito in epoca fascista, distrutto dai Tedeschi e poi ricostruito in cemento armato alla fine della II Guerra Mondiale, ricordiamo il partigiano S. Corbari, che lottò tenacemente con la sua compagna Iris Versari e la sua banda, per cacciare i nazi-fascisti da Rocca.

Da questa esperienza abbiamo imparato che è` importante costruire un tempo ’nuovo’ che sia caratterizzato dalla lentezza, per permetterci di vivere e di osservare con stupore e meraviglia, ciò che c’è intorno a noi.

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